Visto il proliferarsi di mamme e papa (molti neo) volevo condividere con voi un pensiero sull'educare che secondo me è valido anche per insegnanti, maestri, allenatori ed educatori in genere.
Quando parlerai di educare non dimenticarti che l'educare è sempre all'autonomia.
Perchè, come per ogni essere vivente, educare è far crescere sulle proprie radici.
Non dimenticare neppure che l'educare sarà sempre alla libertà.
Educare è indicare una strada, mostrare dei punti di riferimento e lasciare partire....Come per un gabbiano educare sarà dargli delle energie, del coraggio e lasciarlo nel cielo.
Non sarai il solo ad educarlo perchè l'aria e il suo coraggio, lassù, sosterranno il suo volo.
Stare in piedi, camminare. Aprire la bocca e parlare, esprimersi.
Saranno queste per un bambino le esperienze necessarie per diventare, pure lui, uomo o donna come te.
Domani riconoscerai anche il suo valore di adulto: la solidità di stare in piedi da solo, una parola aperta che non si nutre di ambiguità.
Educare è educare alla differenza. E il primo a comprenderlo sarai proprio tu: come madre o padre vedrai l'altro diventare grande e ogni giorno di più allontanarsi da te, differente.
Educare sarà accompagnarlo per mano, ma poi, seguirlo soltanto con lo sguardo.
Educare è costruire un uomo o una donna.
E' aiutarlo ad amare ciò che è differente, piuttosto di averne paura, perchè sarà qui, tra le differenze che vivrete la vostra vita di uomini e donne.
E il diverso vi interpellerà e vi farà avanzare mentre il simile non farà che consolidare ciò che voi già siete.
Educare è trasmettere un sapore o una tradizione, per vedere sorgere da essa una creatività nuova e diversa: l'avvenire, in questo modo, prenderà forza in ciò che oggi tu saprai dare.
Ma la libertà di essere differente resterà la tua lezione più grande.
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