Bodi Miller

Per alcuni un grande per altri forse un pò troppo hyppie... a voi il giudizio... per me un mito!!
Il solito Miller: in frantumi
la Coppa del mondo
Bode Miller con la coppa
del mondo a Lenzerheide
SEMBREREBBE un pesce d'aprile anticipato, se non ci fosse di mezzo Bode Miller. Vincitore dell'ultima Coppa del mondo di sci, custode maldestro di un trofeo andato in mille pezzi dopo un viaggio disgraziato dall'Europa al New Hampshire. La famosa boccia di cristallo con la quale hanno posato Stenmark e Girardelli, Maier e Tomba, non sarebbe più nelle mani di Bode Killer. O meglio, sarebbe ridotta ad un cumulo di frammenti. Tutto quel che vale per noi comuni mortali - il bagaglio a mano nel quale riporre gli oggetti più preziosi e delicati, le protezioni all'interno delle valige da imbarcare - non vale per il campione hippie, cresciuto in un cottage senza luce ed acqua corrente. Quando gli hanno restituito la valigia all'aeroporto di Manchester, nel New Hampshire, il trofeo pesante dodici chili era spaccato "in un milione di pezzi", come ha raccontato papà Woody. E' sopravvissuta invece la coppa di superG, più piccola e maneggevole, nonostante non fossero state adottate particolari precauzioni.
Ci sono trofei sventurati, e la coppa del mondo di sci non sarebbe che l'ultima di una serie di coppe maltrattate o distrutte. La storia più triste riguarda la Coppa Rimet, assegnata finalmente al Brasile nel 1970 prima di essere rubata, tagliata a fette e fusa in un fornellino. I ladri sono quasi tutti morti in circostanze violente, alimentando la leggenda di una maledizione alla Tutankhamen.
Miller non lo fa apposta, ma la sua sbadataggine nasce dall'atteggiamento nei confronti dello sport: vuole divertirsi, vincere come piace a lui, non collezionare feticci. Agli ultimi Mondiali di Bormio rideva Janica Kostelic: "Per me le medaglie non sono tutto, ma certo valgono di più che per Bode: lui ne tiene una al gabinetto". Era quella vinta ai Mondiali di Sankt Moritz in combinata, l'americano l'aveva assicurata alla tazza per bloccare un asse malfermo. Tutto questo, narrano i testimoni, sarebbe avvenuto nella casa austriaca del campione. Perché poi Miller viaggia da una stazione all'altra sul suo motorohome, non vuole saperne dei lussuosi alberghi dove alloggia il manager "perché i letti europei non mi sono mai piaciuti, sono stretti, morbidi, hanno cuscini terribili".
Questo stile di vita si specchia anche nell'incapacità di conservare i molti trofei che vince in giro per il mondo: a Bormio lasciò una medaglia dentro la tasca di un giaccone in un bar, e per fortuna gliela restituirono. Miller diceva che è "la Coppa del mondo ad interessare davvero in America", ma questo non gli ha impedito di fracassarla durante un viaggio in aereo. Ora ne vorrebbe una copia, la federazione internazionale sarebbe disposta ad accontentarlo. Se servisse, però, il padre Woody si è già offerto di riattaccare i pezzi.

Il solito Miller: in frantumi
la Coppa del mondo
Bode Miller con la coppa
del mondo a Lenzerheide
SEMBREREBBE un pesce d'aprile anticipato, se non ci fosse di mezzo Bode Miller. Vincitore dell'ultima Coppa del mondo di sci, custode maldestro di un trofeo andato in mille pezzi dopo un viaggio disgraziato dall'Europa al New Hampshire. La famosa boccia di cristallo con la quale hanno posato Stenmark e Girardelli, Maier e Tomba, non sarebbe più nelle mani di Bode Killer. O meglio, sarebbe ridotta ad un cumulo di frammenti. Tutto quel che vale per noi comuni mortali - il bagaglio a mano nel quale riporre gli oggetti più preziosi e delicati, le protezioni all'interno delle valige da imbarcare - non vale per il campione hippie, cresciuto in un cottage senza luce ed acqua corrente. Quando gli hanno restituito la valigia all'aeroporto di Manchester, nel New Hampshire, il trofeo pesante dodici chili era spaccato "in un milione di pezzi", come ha raccontato papà Woody. E' sopravvissuta invece la coppa di superG, più piccola e maneggevole, nonostante non fossero state adottate particolari precauzioni.
Ci sono trofei sventurati, e la coppa del mondo di sci non sarebbe che l'ultima di una serie di coppe maltrattate o distrutte. La storia più triste riguarda la Coppa Rimet, assegnata finalmente al Brasile nel 1970 prima di essere rubata, tagliata a fette e fusa in un fornellino. I ladri sono quasi tutti morti in circostanze violente, alimentando la leggenda di una maledizione alla Tutankhamen.
Miller non lo fa apposta, ma la sua sbadataggine nasce dall'atteggiamento nei confronti dello sport: vuole divertirsi, vincere come piace a lui, non collezionare feticci. Agli ultimi Mondiali di Bormio rideva Janica Kostelic: "Per me le medaglie non sono tutto, ma certo valgono di più che per Bode: lui ne tiene una al gabinetto". Era quella vinta ai Mondiali di Sankt Moritz in combinata, l'americano l'aveva assicurata alla tazza per bloccare un asse malfermo. Tutto questo, narrano i testimoni, sarebbe avvenuto nella casa austriaca del campione. Perché poi Miller viaggia da una stazione all'altra sul suo motorohome, non vuole saperne dei lussuosi alberghi dove alloggia il manager "perché i letti europei non mi sono mai piaciuti, sono stretti, morbidi, hanno cuscini terribili".
Questo stile di vita si specchia anche nell'incapacità di conservare i molti trofei che vince in giro per il mondo: a Bormio lasciò una medaglia dentro la tasca di un giaccone in un bar, e per fortuna gliela restituirono. Miller diceva che è "la Coppa del mondo ad interessare davvero in America", ma questo non gli ha impedito di fracassarla durante un viaggio in aereo. Ora ne vorrebbe una copia, la federazione internazionale sarebbe disposta ad accontentarlo. Se servisse, però, il padre Woody si è già offerto di riattaccare i pezzi.