Purtroppo anche se la valanga è di dimensioni ridotte il danno non è mai ridotto. Il peso della neve può arrivare ad essere anche di parecchie centinaia di chili a metro cubo (e la neve dell'altro giorno era pesante perchè umida). Insomma, basta un fronte molto piccolo, e quando quei "pochi" metri cubi di neve ti arrivano addosso a 40 all'ora spappolano qualsiasi cosa...
In questi casi l'ARVA serve a recuperare il corpo purtroppo. Con Julia tempo fa si andò ad una lezione di nivologia (era all'interno di un corso trattato dal gruppo speleo di Firenze). Insomma, è un gran Kasino con la kappa maiuscola. Oltre tutto se l'impatto con la neve non ti uccide uno riesce a sopravvivere massimo un quindici minuti. Quando arrivano i soccorsi con i cani ed altro è già tutto finito. Bisognerebbe avere il nasone (!) di finire dietro una roccia o un albero e quindi con la possibilità di avere una sacca di aria, ma più che nasone (!) è un miracolo.
In più la valanga dipende dalla morfologia del terreno, dal tipo di neve, dal vento, dalle nevicate precedenti, da eventuali gelate, dalla temperatura, da come si affronta un pendio, e da un sacco di altri fattori. E' una scienza ancora sconosciuta anche agli esperti. Ecco perchè scrivevo che anche una guida alpina non ti può garantire il 100% della sicurezza. Oltre tutto i pendii più belli sono anche quelli più pericolosi. Un canalone voi lo affrontate stando ai bordi, nello stretto e divertondosi poco oppure curvoni abbestia in mezzo al canalone sopracitato? Ovviamente la seconda che ho detto...
ma è anche la più pericolosa. E' un pò come il cibo, più è buono è più la bilancia ti guarda male... occhei, non sempre è così, però bisogna andarci con i piedi di piombo, con le molle, con i santini, distraendo Murphy, luci accese anche di giorno, casco ben allacciato e prudenza, sempre!!