CHE SIMPATICO UMORISTA... PARLO DEL BERLUSCA!

  
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Messaggiodi gigi » 22 lug 2008, 10:11

secondo me invece questo topic può essere utile:
se un giorno (proprio per caso) andasse al governo un pò di gente tendente più a sinistra ( :roll: ) io sarei il primo a mettere cose blu alle bischerate e alle leggi di casta che verrebbero fatte...

è giusto che noi cittadini si prenda coscienza delle schifezze e delle pochissime migliorie che vengono fatte dai nostri "rappresentanti" che sanno benissimo che al giorno d'oggi non devono proprio rendere conto a nessuno (figuriamoci ad un forum di snowboard)

è un modo per poter evidenziare ciò che a livello politico viene fatto e che noi tutti guardando i telegiornali non possiamo capire...
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Messaggiodi Bonanza » 22 lug 2008, 17:49

Ma guarda Cil che fai benissimo!!! Io non ho problemi ad ammettere la mia parzialità, quindi ben vengano le repliche!!!

Sulla Campania avevo solo preso tempo, per il resto bene!

Però sulla fonte non si può discutere molto, le notizie si trovano anche su altri giornali, poi magari Repubblica è un po' meno schierata dei giornali pro-Berlusca... ma per leggere determinate notizie che altri fanno finta di non vedere credo sia la più attendibile. Poi vanno interpretato con spirito critico... ,-)

Ripeto, benissimo le repliche e le smentite! Un giorno potremo rileggere questo topic con spirito critico.

Non ci stiamo inventando nulla!!!
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Messaggiodi Cencina » 22 lug 2008, 18:10

Sul discorso rifiuti io vorrei far riflettere........vedo molto poco la televisione..e per caso ho ascoltato delle notizie a dir poco " da prosciutti sugli occhi"
non erano passate molte ore da quando ero passata in autostrada dalla campania venerdì mattina che sento l'annuncio del premier "in Campania la situazione è regolare non ci sono + rifiuti in giro ...è tornata la città di una volta!"
Passando da Napoli e dintorni ho assistito a uno spettacolo a dir poco raccapricciante...una gialla e cupa nebbia, un odore acre che ti costringeva a mettere il ricircolo dell'aria nella propria macchina per non respirare chissà che cosa....
e non era nebbia mattutina...quella la conosco bene...la conosciamo tutti
non era nemmeno un tizio strafatto di mattinata che attizzava canne dalla mattina alla sera
ho visto solamente un mucchio di rifiuti in una via prendere fuoco e solamente un furgoncino carico di spazzatura che chissà dov'era rivolta visto che era un semplice autocarro privato....ma c'erano una cinquantina e forse + e non sto scherzando focolai che sprigionavano questa nube giallastra puzzolente per l'aria
se lo hanno risolto così il problema......
e non è un episodio sporadico..questo spettacolo si è protratto per km
Ma Silvio ha detto che il problema della spazzatura di Napoli è stato risolto ah beh...inginocchiamoci allora perchè quello che ho visto io me lo sono immaginato
poeri italiani......il bello è che se anche io non ci passavo di persona magari anzi senza il magari ci avrei anche creduto...............
vorrei un Zun tutti i giorni dell'anno.....
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Messaggiodi discostu » 22 lug 2008, 18:38

ieri sera c'è stato addirittura uno "Speciale Studio Aperto" sulla questione rifiuti in Campania, in pratica un'ora e più di campagna pubblicitaria pro-governo... pareva un documentario dell'istituto luce degli anni 20!
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fine di' ricreativooo... principia a avviare i'curturaleee!
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Messaggiodi Bonanza » 22 lug 2008, 21:26

Da quello che ricordo io anche Prodi ripulì Napoli grazie ad un paio di inquadrature fatte bene... e purtroppo sono prevenuto verso Berlusca e la sua capacità di mediare le immagini, solo per questo mi ero preso un po' di tempo per capire se fosse tutto oro quel che riluce... intanto oggi:

POLITICA L' immunita' è legge dello Stato
"E ora la riforma della giustizia"

ROMA - Settandue ore di dibattito, equamente divise tra Camera e Senato, per chiudere quattordici anni di dibattiti. E, come dice l'Italia dei Valori, "mettere a tacere sessanta anni di carta costituzionale". Alle 19 e 58 minuti il lodo Alfano, lo scudo penale per le quattro più alte cariche dello Stato per la durata del mandato, è legge dello Stato. L'aula del Senato ha approvato il testo che porta il nome del ministro Guardasigilli con 171 sì e 128 no. Il primo, evidente, risultato è che il processo in svolgimento a Milano, prossimo alla sentenza di primo grado, dove Berlusconi è imputato con l'avvocato Mills di corruzione in atti giudiziari, perderà il suo principale imputato. Che viene "congelato", in attesa che finisca il suo mandato.

Repubblica.it

Questa non era certo la priorità del governo!!! E gli elettori dovrebbero prenderne atto e non girare lo sguardo dall'altra parte!
Mia personalissima opinione, sia chiaro!!!
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Messaggiodi GanassaGanassina » 23 lug 2008, 8:45

discostu ha scritto:ieri sera c'è stato addirittura uno "Speciale Studio Aperto" sulla questione rifiuti in Campania, in pratica un'ora e più di campagna pubblicitaria pro-governo... pareva un documentario dell'istituto luce degli anni 20!


ahahaha l'ho visto anch'io...tutti i rallenty con le manganellate e la situazione fuori controllo...e poi ad un tratto...LA LUCEEEEE....e tutto di colpo è pulito, pareva passassero anche i cencio... :lol:
menomale che silvio c'è... :twisted:
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Messaggiodi gigi » 23 lug 2008, 9:36

se andate su youtube ci sono un monte di video che fanno vedere tutti i roghi e la spazzatura che ancora oggi ci sono... :wink:

ps. io lo speciale un l'ho visto ma mi chiedo come abbiano fatto a inserire le tétte e i culi nello speciale sulla spazzatura? :lol:
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:15

Scarica blu in arrivo... dubitavate?

Stop al sussidio se non si dimostra di aver lavorato 10 anni. Penalizzate le fasce più deboli, emigrati e sacerdoti ROMA - Un'altra misura del decreto legge sulla manovra è finita nel mirino di opposizione e sindacati. La contestazione riguarda la norma che pone una stretta sui requisiti per accedere all'assegno sociale. I nuovi criteri, introdotti durante una seduta notturna a Montecitorio, prevedono infatti la residenza continuativa in Italia per almeno 10 anni e la necessità di dimostrare, sempre negli ultimi 10 anni, di aver lavorato e versato contributi per ottenere l'assegno. La legge attualmente in vigore, incece, prevede che possano richiedere l'assegno sociale i cittadini italiani (e i cittadini Ue o extracomunitari con permesso di soggiorno) oltre i 65 anni a prescindere dal versamento dei contributi. «COLPITI ANCHE ITALIANI PIU' POVERI»- La nuova misura, sostiene l'opposizione, non colpirà solo gli extracomunitari ma anche gli italiani delle fasce più deboli, ad esempio casalinghe, religiosi, emigrati. «Con un colpo di mano notturno e senza alcuna possibilità di discussione, la maggioranza ha cancellato di fatto e in un solo colpo 800 mila assegni sociali», dichiara il deputato del Partito democratico Luigi Bobba. «Gli emendamenti all'articolo 20 del decreto legge sulla manovra economica, votati dalla maggioranza, azzerano nella pratica la platea di quanti, casalinghe, lavoratori in nero, disoccupati, religiosi missionari, emigrati che rientrano in Italia, avendo superato i 65 anni d'età e non percependo alcun reddito, avevano fino ad oggi beneficiato di un minimo sostegno assistenziale, come tra l'altro sancito dall'articolo 38 della Costituzione», sottolinea Bobba. CISL, «SNATURATA LA PRESTAZIONE» - Contraria anche la Cisl, che chiede al Parlamento di intervenire per modificare la misura. «La Cisl è contraria alla norma, contenuta nella legge finanziaria, che vincola il diritto all'assegno sociale ad un periodo continuativo di lavoro di 10 anni», dichiara in una nota Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl. «L'introduzione di tale requisito di fatto determinerebbe la conseguenza paradossale che proprio le fasce più deboli della popolazione potrebbero non beneficiare di questa provvidenza. Ma soprattutto si va a snaturare la prestazione, che si trasformerebbe da assistenziale in previdenziale, modificando l'obiettivo stesso dell'assegno», aggiunge il sindacalista. ACLI, «MODIFICA MALDESTRA E INGIUSTA» - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli) chiedono al Parlamento di ritornare sui propri passi. «Dal 1° gennaio 2009, salvo interventi correttivi del Senato, casalinghe, frati, suore e molti altri cittadini italiani non riceveranno più l'assegno sociale che fino ad oggi gli veniva riconosciuto dall'Inps come assistenza in caso di redditi particolarmente bassi». «Si tratta di una modifica maldestra oltre che ingiusta» introdotta dalla Camera in sede di conversione del decreto legge 112. «Il Governo aveva proposto una prima modifica introducendo il requisito aggiuntivo del soggiorno legale, in via continuativa, per almeno cinque anni nel territorio nazionale. Serviva per evitare la concessione dell'assegno sociale agli extracomunitari ricongiunti alla famiglia». Ma la Camera, proseguono, «è andata oltre e ha stabilito che l'assegno potrà essere concesso in futuro solo a chi, oltre a far valere i requisiti di età e di reddito, dimostri di aver 'soggiornato legalmente e lavorato legalmente con un reddito almeno pari all'importo dell'assegno sociale, in via continuativa, per almeno dieci anni nel territorio nazionale'». AZZOLLINI, «LIMITI SOLO PER IMMIGRATI » - Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini, spiega invece che i limiti per l'accesso all'assegno sociale non riguardano i cittadini italiani, ma solo gli immigrati. «La norma - afferma - pone come condizione accanto al soggiorno da almeno 10 anni, la produzione di reddito legale da altrettanto tempo. La norma, quindi, non riguarda i cittadini italiani, che hanno cittadinanza, residenza e domicilio, ma non certo soggiorno nel nostro Paese». L'obiettivo del governo non è quindi quello di negare l'assegno alle casalinghe e agli altri beneficiari italiani. «La lettura della legge - sottolinea Azzollini - esclude questa ipotesi e certo anche lo spirito della legge la esclude». 28 luglio 2008(ultima modifica: 29 luglio 2008)

Avanti avanti... E guardate che nessuno sta godendo dei misfatti operati da questo governo... Mi limito ad un extralavoro per le cretinate (!) che sta operando!

Certo, c'è tempo per modifica e correggere il tiro... Ma come sono stati bravi e celeri con l'immunità della alte cariche dello stato... Tutta la loro sapienza è stata impiegata lì... Ora cosa resta?
Ultima modifica di Bonanza il 30 lug 2008, 18:19, modificato 1 volta in totale.
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:18

Fonte "Corriere della sera.it"IL commissario del Consiglio d'EuropaNomadi, l'Ue censura l'Italia«Le misure attuate non tengono conto dei diritti umani e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi» «Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi». Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della diffusione del suo rapporto sulla visita compiuta in Italia il 19 e 20 giugno scorsi per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi

C'era bisogno che qualcuno ce lo dicesse da fuori dato che da dentro siamo "accecati" dalla formidabile campagna mediatica! Addirittura l'esercito...
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:22

Fonte: “Repubblica.it”
Il leader della Cisl attacca il titolare della Pubblica amministrazione
dopo l'indagine che dimostra un calo delle assenze per malattia
Statali, Bonanni contesta i dati
"Brunetta fa un gioco mediatico"
Il ministro: "Entro fine anno avremo cambiato i comportamenti dei fannulloni"
La replica: "Le riforme non si fanno a bastonate, basta sparare sui dipendenti pubblici"


ROMA - "Se tutto andrà bene, entro la fine dell'anno avremo cambiato i comportamenti opportunistici dei fannulloni". Con il lessico che ha scelto di usare fin dal suo insediamento al dicastero della Pubblica amministrazione e innovazione, il ministro Renato Brunetta in un'intervista a SkyTg24 esprime soddisfazione per i numeri di quello che, dal suo nome, viene sinteticamente definito "effetto Brunetta". Ovvero i numeri, contenuti in un dossier preparato dagli uffici del suo ministero, che dimostrerebbero come lo spauracchio dei controlli e delle penali sui dipendenti della p.a. da lui agitato pochi mesi fa abbia fatto effetto, con quel 18% in meno di assenze per malattia dagli uffici statali. Una soddisfazione, quella del ministro, incrinata tuttavia dalle critiche dei sindacati.
"Un gioco tutto mediatico", dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a Radio Capital. Mentre l'ex leader della Cisl, Savino Pezzotta, oggi presidente della Rosa Bianca e deputato Udc, osserva che "per risolvere i problemi non basta il decisionismo" e suggerisce a Brunetta di "proporre in tempi brevi un patto di concertazione con i rappresentati dei lavoratori per trovare soluzioni condivise" da applicare all'attuale fase di confronto sul tema della riforma della pubblica amministrazione.



Un quadro incompleto, quello dell'indagine della quale parla il ministro. Solo 27 amministrazioni - fra ministeri, enti pubblici, pochi Comuni e alcune Regioni - sono state prese in considerazione. Ciò non toglie che i risultati siano comunque significativi: nel 74% dei casi il numero delle assenze per malattia è calato rispetto a maggio-giugno del 2007. In 7 amministrazioni la flessione è andata oltre il 15%, in altre ha comunque superato il 10%.

Una flessione che tuttavia, secondo Bonanni, "non è costruita su dati, e il mistro deve spiegare qual è il criterio usato". La differenza fra pubblico e privato, continua il leader della Cisl, "è solo dell'1,3%, mentre fino a cinque, sei anni fa era del 5%". E paragona la campagna anti-fannulloni animata da Brunetta all'esperienza di Tangentopoli nella lotta alla corruzione. "E' come dire che Tangentopoli abbia sgominato la corruzione. Non è stato così, perché le riforme sono cose che si fanno in maniera ponderata,
mettendo insieme le parti più moderate e disponibili, costruendo progetti. Quando si pensa di risolvere in un giorno situazioni abbandonate per decenni - continua Bonanni - è come seminare un granello in superficie: sembra che metta subito radici, ma il sole le brucia".

Insomma, incalza Bonanni, "basta con questa campagna denigratoria. Il meccanismo è chiaro:si spara sulla categoria dei dipendenti pubblici, se ne parla male tutti i giorni, e poi si taglia, tanto se i reprobi strillano non fa nulla, non importa a nessuno. Non va bene, nessuno può pensare di fare le riforme a bastonate".

Le critiche, però, non dissuadono il ministro dai suoi propositi. Brunetta fa notare che il calo rilevato dall'indagine è avvenuto "senza nuove norme, perché la mia circolare esplicativa sulle assenze per malattia è di metà luglio", e ribadisce che "molto probabilmente a settembre, quando produrrò mensilmente questo dossier, ci saranno anche i risultati con le regole cambiate, più restrittive, e ne vedremo delle belle. Molto probabilmente avremo delle ulteriori riduzioni, spero del 30-40%".
(27 luglio 2008)





Ha senso difendere una categoria a spada tratta senza entrare nel merito delle persone? In questo modo il Sindacato perde di credibilità o no?

Io credo che Brunetta abbia ottime intenzioni da questo punto di vista, se con la carota non è stato ottenuto nulla… avanti col bastone!

Poi che esista una massiccia campagna mediatica è vero, ma magari stavolta davvero il fine giustifica i mezzi…




Fonte: “Corriere della sera.it”
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:24

Fonte: “Corriere della sera.it”

pezzotta: se maggioranza vuole dialogo rinunci a imporre il provvedimento

Norma anti-precari, il governo va avanti

Veltroni: «Contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze»

ROMA - La cosiddetta norma anti-precari sembra viaggiare verso una conferma da parte del Senato. Il governo, infatti, sarebbe orientato a mantenere inalterato il testo varato dalla Camera. A margine dei lavori della commissione Bilancio in Senato, il relatore Salvo Fleres (Pdl) ha riferito che «al momento non è stato presentato ancora nessun emendamento». L'unica parte che il governo dovrebbe modificare è quella riguardante la gestione dei bilanci dei ministeri su cui c'era stata una richiesta dal Quirinale. Fleres ammette, però, che la norma «forse andava scritta meglio». Il senatore del Pdl spiega: «L'ho già evidenziato nella mia relazione alla commissione, ci sono problemi di incostituzionalità perchè interviene sui processi in corso». Secondo Fleres, «una più attenta revisione del testo avrebbe evitato gli equivoci che si sono creati». Ora però, conclude, «spetta ala governo decidere che cosa fare».

SACCONI, «NORMA LIMITATA A POSTE» - Sulla questione interviene ancora il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «L’emendamento sui contratti a termine - spiega - è di carattere transitorio ed esclusivamente riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari, interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane». Per Sacconi la «sede idonea per l'esame di eventuali interventi» sulla norma sarà «il disegno di legge relativo ai rimanenti contenuti della manovra».

VEGAS, «NORMA VALE PER PERIODO PRE-LEGGE BIAGI» - Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, precisa che «la norma in questione si riferisce esclusivamente a rapporti di lavoro preesistenti all'entrata in vigore della legge Biagi. Concerne solo fattispecie relative al passato e presenta, di conseguenza, un ambito di applicazione fortemente circoscritto».

AZZOLLINI, «ERA NOTA A OPPOSIZIONE» - Il Presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini, replica agli attacchi dell'opposizione. «Siamo sorpresi dal clamore suscitato dall’eventualitàdella modifica della norma sui precari, che è stata già presentata oltre 20 giorni fa e votata in commissione Bilancio alla Camera e, dunque, già nota all'opposizione».

CONFINDUSTRIA, «COERENTE CON DIRETTIVA UE» - L'associazione degli industriali scende in campo per difendere la norma anti-precari. Confindustria la ritiene «in linea con la direttiva europea» ed esprime un giudizio «positivo» sulla contestata misura.

LEGA - Anche la Lega difende l'emendamento anti-precari. «La norma che è stata approvata va difesa senza giri di parole. Non è vero che toglie diritti, ma, ripristina, semmai, i diritti negati. Quelli che oggi invocano misure per i giovani che fanno fatica a trovare un posto di lavoro dovrebbero sapere che proprio la norma in questione serve a porre rimedio ad un aggiramento delle norme sul pubblico impiego e sui concorsi pubblici che è stato fatto» ha dichiarato il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. «Alle Poste i concorsi sono bloccati perchè c'è chi tenta di farsi assumere in modo furbesco - continua il capogruppo leghista - certi sindacati che oggi pontificano dovrebbero difendere chi vuole trovare lavoro in modo trasparente e non in modo furbesco. La verità - conclude Cota - è che proprio certi sindacati guadagnano una fetta consistente per l'assistenza prestata nei contenziosi: questi sono i conflitti d'interesse di cui nessuno parla». Il senatore Massimo Garavaglia, vicepresidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, ironizza sull'atteggiamento delle opposizioni. «Questa norma - ha detto Garvaglia - è stata dibattuta da tutti e a lungo. Stupisce il rilievo che ora le si da ora. I casi sono due - aggiunge l'esponente del Carroccio - o il Pd e le opposizioni dormivano o la norma non ha l'importanza che le si vuole dare: io propendo per la prima ipotesi». Il leghista Giancarlo Giorgetti, sostiene che le prese di distanza sull'emendamento anti-precari «dei ministri sono improprie» visto che il contenuto di quella proposta «è stata recepita nel maxiemendamento, che poi addirittura è stato anche corretto». Secondo Giorgetti, quindi, «non si può dire che il contenuto di questo emendamento non fosse a conoscenza di tutti: del governo e dell'opposizione».

VELTRONI, «INACCETTABILE» - Il leader del Pd, Walter Veltroni tuona contro la norma. «Politicamente e socialmente inaccettabile, oltre che a rischio di costituzionalità», così Veltroni definisce l'emendamento sui precari approvato dalla Camera all'interno del decreto legge sulla manovra che dovrà passare all'approvazione definitiva da parte del Senato.

Emendamento che ha provocato una vera e propria spaccatura all'interno del governo. Il leader Pd, chiede al governo «di ritirare immediatamente l'emendamento, che rafforza l'ingiustizia di questo Paese e aumenta la precarieta». Veltroni anticipa che «contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze, ne chiederemo il ritiro da parte del governo».

PEZZOTTA (UDC) - «Se veramente la maggioranza vuole un confronto diverso e costruttivo con le opposizioni e, aggiungo, con le forze sociali rinunci a voler imporre quest'intervento sui contratti a termine. È tempo di cambiare metodo e strategia e cercare di evitare che s'inneschino forti tensioni sociali». Afferma invece il deputato dell'Unione di Centro, Savino Pezzotta. «Lo dico anche per quanto riguarda la pubblica amministrazione e i problemi aperti con i lavoratori pubblici - prosegue Pezzotta - sarebbe ora di proporre una nuova fase di concertazione e un nuovo patto sociale. Non si tratta di ripetere il passato, ma di trovare strade nuove che consentano di raggiungere gli obiettivi che interessano all'ammodernamento e all'innovazione del Paese ad alla sicurezza dei cittadini e in particolare dei giovani».

MURA, «SE SACCONI È CONTRARIO FACCIA TOGLIERE NORMA» - Silvana Mura, deputata dell'Italia dei Valori chiama in causa il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Se è vero che il ministro non vuole la norma faccia sentire la sua voce, visto che riguarda la sua competenza - dice Mura - e imponga che sia tolta al Senato. Se tace vuol dire che acconsente a rendere i precari ancora più precari, e il gioco di rimpalli tra governo e maggioranza si qualifica per quello che è, l'ennesima presa in giro degli Italiani»


28 luglio 2008

E ora ditemi come si fa a difendere un provvedimento di questo tipo creato apposta per salvare il bocciolo di poche grandi imprese (Poste Italiane S.p.A.) e spaccare il predetto a migliaia di lavoratori ancora una volta sfruttati.

Una bella legge di destra per chi di destra ha votato Berlusca…
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:33

MrCilindro ha scritto:opsssss

ASCA) - Roma, 21 lug - ''Sulla sanita' noi non abbiamo tagliato nulla''. Cosi' il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha parlato della manovra finanziaria intervendo a Sky Tg24. ''Vi era un accordo triennale fra le regioni nel governo precedente che comprendeva anche il 2009 - ha spiegato il ministro - e il governo in un primo momento aveva ridotto di un miliardo di euro il trasferimento alle regioni''. Questo taglio, ha concluso Fitto, ''e' stato assolutamente revocato quindi oggi abbiamo una programmazione sanitaria che prevede per il 2009 le stesse e identiche risorse del precedente governo''.


Non è ancora finita... purtroppo!

Stavolta la fonte è “La Stampa.it” ;-)



25/7/2008 (7:28) - I CONTI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Sanità, cala la scure
sulle prestazioni gratuite


Il governo: "Non c'è copertura".
Via alla manovra, medici in rivolta




ROMA
Con 305 sì e 265 no la Camera approva la manovra triennale da 35 miliardi che ora passa al Senato. Il testo non è ancora arrivato a destinazione e il governo ha già pronta una modifica voluta dal Quirinale sulla norma che avrebbe permesso ai ministeri di spostare risorse all’interno dei propri bilanci senza riferire al Parlamento. La maggioranza avrebbe voluto farlo già ieri, prima del voto finale, insieme ad altri ritocchi. Ma il presidente Fini ha voluto rispettare alla lettera il regolamento. E così la manovra dovrà comunque passare di nuovo dalla Camera in agosto per il via libera definitivo. Altre modifiche sostanziali non dovrebbero arrivarne: Giulio Tremonti si è fatto promettere dalla maggioranza e dai colleghi ministri di non fare più richieste prima del via libera al decreto. Se ce ne sarà bisogno - ieri il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto citava il caso di eventuali nuovi fondi per la sicurezza - «se ne parlerà in autunno nelle tabelle della Finanziaria». E’ probabile che per allora il governo concederà qualcosa in più anche per altri settori colpiti dai tagli: ieri la conferenza dei Rettori ha ribadito il suo no al taglio al fondo ordinario per l’Università: «Se non sarà rimpinguato le conseguenze sugli atenei saranno dirompenti». Stessa cosa per il sindacato dei medici e dei veterinari pubblici, per i quali con questi tagli sarebbero a rischio «120mila interventi chirurgici al giorno».

Intanto scoppia il caso dei Lea, i «livelli essenziali di assistenza» per la sanità. Il governo ha infatti revocato il provvedimento del governo Prodi che stabiliva la lista delle cure gratuite da garantire in ogni Regione: dal vaccino contro il tumore all’utero al parto indolore fino all’assistenza per i malati di Alzheimer. Una decisione che ha scatenato la protesta dell’ex ministro Livia Turco, della senatrice Pd Donatella Poretti e di molte associazioni per i diritti del malato. Se non si troveranno le risorse, sono a rischio decine di prestazioni. «Abbiamo dovuto revocarlo perché era senza copertura e mancava il bollino della Ragioneria», spiega il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. Il ministro Sacconi attacca il governo Prodi ma rassicura sul rapido ripristino della lista: «Una manovra preelettorale senza copertura da 800 milioni. Stiamo comunque lavorando per rielencare le cure sulla base delle risorse a disposizione». Un’altra possibile modifica è per la riforma dei servizi pubblici locali: in una segnalazione al Parlamento l’Autorità Antitrust l’ha definita «un tentativo positivo suscettibile di miglioramento» ed ha chiesto che vengano trovati nuovi fondi per permetterle di vigilare sul rispetto della concorrenza negli ottomila comuni italiani. An coglie la palla al balzo per ribadire il suo no al testo voluto dalla Lega: «L’Antitrust ammette che si tratta di un’anatra zoppa. Chiediamo lo stralcio al Senato».

Oltre al sì alla manovra ieri Tremonti ha ottenuto anche un giudizio non ostile del Fondo monetario alla Robin Tax: il portavoce del Fondo David Hawley l’ha definita «in linea di principio un’idea non buona perché scoraggia gli investitori» ma ha aggiunto che «nei Paesi in cui è stata applicata hanno avuto buoni risultati: dipende dai dettagli, che noi ancora non conosciamo». L’importante è che «le misure siano semplici, non retroattive e da applicarsi solo ai ritorni straordinari».
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:36

Bonanza ha scritto:
MrCilindro ha scritto:opsssss

ASCA) - Roma, 21 lug - ''Sulla sanita' noi non abbiamo tagliato nulla''. Cosi' il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha parlato della manovra finanziaria intervendo a Sky Tg24. ''Vi era un accordo triennale fra le regioni nel governo precedente che comprendeva anche il 2009 - ha spiegato il ministro - e il governo in un primo momento aveva ridotto di un miliardo di euro il trasferimento alle regioni''. Questo taglio, ha concluso Fitto, ''e' stato assolutamente revocato quindi oggi abbiamo una programmazione sanitaria che prevede per il 2009 le stesse e identiche risorse del precedente governo''.


Non è ancora finita... purtroppo!

Stavolta la fonte è “La Stampa.it” ;-)



25/7/2008 (7:28) - I CONTI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Sanità, cala la scure
sulle prestazioni gratuite


Il governo: "Non c'è copertura".
Via alla manovra, medici in rivolta




ROMA
Con 305 sì e 265 no la Camera approva la manovra triennale da 35 miliardi che ora passa al Senato. Il testo non è ancora arrivato a destinazione e il governo ha già pronta una modifica voluta dal Quirinale sulla norma che avrebbe permesso ai ministeri di spostare risorse all’interno dei propri bilanci senza riferire al Parlamento. La maggioranza avrebbe voluto farlo già ieri, prima del voto finale, insieme ad altri ritocchi. Ma il presidente Fini ha voluto rispettare alla lettera il regolamento. E così la manovra dovrà comunque passare di nuovo dalla Camera in agosto per il via libera definitivo. Altre modifiche sostanziali non dovrebbero arrivarne: Giulio Tremonti si è fatto promettere dalla maggioranza e dai colleghi ministri di non fare più richieste prima del via libera al decreto. Se ce ne sarà bisogno - ieri il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto citava il caso di eventuali nuovi fondi per la sicurezza - «se ne parlerà in autunno nelle tabelle della Finanziaria». E’ probabile che per allora il governo concederà qualcosa in più anche per altri settori colpiti dai tagli: ieri la conferenza dei Rettori ha ribadito il suo no al taglio al fondo ordinario per l’Università: «Se non sarà rimpinguato le conseguenze sugli atenei saranno dirompenti». Stessa cosa per il sindacato dei medici e dei veterinari pubblici, per i quali con questi tagli sarebbero a rischio «120mila interventi chirurgici al giorno».

Intanto scoppia il caso dei Lea, i «livelli essenziali di assistenza» per la sanità. Il governo ha infatti revocato il provvedimento del governo Prodi che stabiliva la lista delle cure gratuite da garantire in ogni Regione: dal vaccino contro il tumore all’utero al parto indolore fino all’assistenza per i malati di Alzheimer. Una decisione che ha scatenato la protesta dell’ex ministro Livia Turco, della senatrice Pd Donatella Poretti e di molte associazioni per i diritti del malato. Se non si troveranno le risorse, sono a rischio decine di prestazioni. «Abbiamo dovuto revocarlo perché era senza copertura e mancava il bollino della Ragioneria», spiega il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. Il ministro Sacconi attacca il governo Prodi ma rassicura sul rapido ripristino della lista: «Una manovra preelettorale senza copertura da 800 milioni. Stiamo comunque lavorando per rielencare le cure sulla base delle risorse a disposizione». Un’altra possibile modifica è per la riforma dei servizi pubblici locali: in una segnalazione al Parlamento l’Autorità Antitrust l’ha definita «un tentativo positivo suscettibile di miglioramento» ed ha chiesto che vengano trovati nuovi fondi per permetterle di vigilare sul rispetto della concorrenza negli ottomila comuni italiani. An coglie la palla al balzo per ribadire il suo no al testo voluto dalla Lega: «L’Antitrust ammette che si tratta di un’anatra zoppa. Chiediamo lo stralcio al Senato».

Oltre al sì alla manovra ieri Tremonti ha ottenuto anche un giudizio non ostile del Fondo monetario alla Robin Tax: il portavoce del Fondo David Hawley l’ha definita «in linea di principio un’idea non buona perché scoraggia gli investitori» ma ha aggiunto che «nei Paesi in cui è stata applicata hanno avuto buoni risultati: dipende dai dettagli, che noi ancora non conosciamo». L’importante è che «le misure siano semplici, non retroattive e da applicarsi solo ai ritorni straordinari».


ECONOMIA

Tutte le sigle sindacali bocciano senza appello le misure introdotte dal governo
I medici sono sul piede di guerra e hanno annunciato tre giorni di sciopero a ottobre
Sanità, rivolta contro i tagli
La manovra riduce l'assistenza
Meno servizi a malati cronici e terminali

ROMA - Una sanità povera per i più poveri. È questo il sospetto che aleggia nell'aria e che preoccupa medici e sindacati, che bocciano senza appello le misure sulla sanità introdotte dal governo e si preparano a dare battaglia a settembre.

Tagli ai posti letto negli ospedali, diminuzione degli organici, blocco del turn-over e nessun futuro per 12mila precari che lavorano nelle strutture ospedaliere. E tagli, ovviamente, ai fondi destinati alla sanità, perché il Patto per la salute, sottoscritto con le Regioni, è stato ridimensionato. E non è finita, perché con un tratto di penna il governo ha revocato il decreto votato dall'esecutivo Prodi che estendeva i livelli essenziali di assistenza ( i Lea) a nuovi servizi e categorie: dal dentista per gli indigenti alla fornitura di apparecchi per la mobilità, al parto indolore.

Il decreto garantiva anche una maggiore assistenza ai malati cronici, a cominciare dall'Alzheimer; forniva gli apparecchi a chi non riesce più a parlare e a sentire; riconosceva 109 malattie rare, ampliava i servizi di protesi con l'introduzione di nuovi ausili informatici e rafforzava l'assistenza a domicilio ai malati terminali. Infine prevedeva il vaccino gratuito contro il papilloma virus, causa del cancro all'utero. Ora tutto questo è cancellato, o quanto meno sospeso.

Non c'era la copertura finanziaria per quel decreto, è stata ieri la risposta del governo. E in effetti la Corte dei Conti aveva sollevato alcuni dubbi. "Ma si poteva discutere, ribatte la Cgil, anche perché proprio sulla copertura era stato concordato un piano con le Regioni. Alcune prestazioni sarebbero passate dall'ospedale al day hospital, e alcune oggi prerogativa dei day hospital, agli ambulatori". Da quel risparmio sarebbe arrivati i soldi per allargare le prestazioni, che invece ora il governo ha cancellato.

Una mossa che ha sollevato una protesta generale. Alla quale il ministro del Welfare (e della Sanità), Maurizio Sacconi, ha risposto così: "Il decreto del governo Prodi era un atto puramente elettorale", insomma una promessa. Le prestazioni, ha detto, "verranno reintrodotte, ci sta lavorando il sottosegretario Fazio". Oggi "non c'erano gli 800 milioni necessari a finanziare gli interventi".

Parole che non convincono la Cgil: "Intanto il decreto è stato cancellato. Verrà ripristinato? Ma quando? A babbo morto. Il problema è che questa Finanziaria non incide sugli sprechi e il malaffare che sono da ricercare nel rapporto tra strutture pubbliche e private". Anche per l'ex ministro Livia Turco "le risorse c'erano, e sono state stralciate dal governo".

La battaglia vede unite tutte le sigle sindacali. "Prendiamo atto che la legislazione ci è ostile - dichiara l'Anaao (medici ospedalieri) - e che le scelte fatte avranno come conseguenza un servizio sanitario più povero con professionisti demotivati. Ma le ricadute ci saranno soprattutto sui cittadini". I medici ospedalieri sono già sul piede di guerra: a ottobre hanno annunciato uno sciopero di tre giorni.

Replica Sacconi: "La protesta fa parte di una logica vetero-sindacale". E nel "Libro verde" che presenterà oggi scrive: "Non c'è alcuna intenzione di smantellare il sistema del welfare né di tagliare la spesa sociale".
(25 luglio 2008)

Questa è da Repubblica.it... possiamo disquisire sul modo di dare certe notizie... ma la sostanza non cambia!
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:37

Il tempo determinato diventa ordinario

Le aziende potranno utilizzare i contratti a termine con meno vincoli

La manovra d'estate in vigore dal 25 giugno estende la possibilità per le aziende di fare ricorso ai contratti a tempo determinato.

Il datore di lavoro può ora assumere a termine per ogni tipo di attività lavorativa e non solo per quelle che non rientrano nelle attività ordinarie e prevalenti.
In pratica, le ragioni di carattere tecnico, produttivo e organizzativo o sostitutivo (di cui all’art. 1, del D. Lgs. 368/2001) che giustificavano l'assunzione a scadenza, valgono adesso anche se riferibili all’ordinaria attività del datore di lavoro.

Quali sono tali "ragioni"? Per quelle di carattere organizzativo si intende per esempio la necessità di coprire posti temporaneamente vacanti o di aggiungere personale per lanciare una nuova linea produttiva o commerciale; carattere sostitutivo indica invece la possibilità di riempire un "buco" in azienda dovuto a malattia, ferie, aspettativa, etc.

E' proprio la necessità di identificare queste condizioni oggettive - e di metterle per iscritto - che non concede la totale liberalizzazione del tempo determinato a uso e consumo dei datori di lavoro. A livello di principio, il tempo indeterminato resta la regola, quello a termine l'eccezione.
Di fatto, tuttavia, le aziende avranno molta più libertà di flessibilizzare il personale in base alle proprie esigenze.

Inoltre nella successione dei contratti a termine (che complessivamente avevano finora un limite massimo di di 36 mesi) la contrattazione collettiva decentrata o di secondo livello potrà derogare a tale limite, estendendolo. Dopo 36 mesi di lavoro a tempo determinato, un lavoratore potrà quindi vedersi proporre un ulteriore contratto a tempo determinato.

In Italia, i lavoratori a tempo determinato sono il 17,3% del totale, con picchi al sud (in Calabria sono il 25%). E' una media leggermente superiore a quella europea: 14,5%. Nel 2007, i lavoratori a termine che hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato sono stati il 24,6% del totale, con punte nel Nord Ovest (33,5%).
Tra i vari settori, va sottolineato che agricoltura, caccia e pesca hanno circa 228mila occupati a tempo determinato, cioè il 51,6% dei dipendenti complessivi.


No comment!!!
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Messaggiodi Bonanza » 30 lug 2008, 18:40

Militari, clandestini e processi
Ecco il decreto sicurezza

ROMA - Militari nelle metropoli, e poi la stretta contro i clandestini che, se delinquono, avranno pene aggravate. Ma non solo: ergastolo a chi uccide un poliziotto e nessuno sconto a violentatori, pirati della strada ubriachi, trafficanti di droga. E misure dure di lotta alla mafia. Sparisce la contestata norma blocca-processi, introdotta in prima lettura al Senato e sostituita dal governo con la più "leggera" facoltà di rinvio affidata alla discrezionalità dei magistrati. Ecco, nel dettaglio, i contenuti del decreto sicurezza approvato in via definitiva dal Senato senza modifiche rispetto al testo della Camera.

Priorità a processi per reati gravi. Niente più automatica sospensione, ma la semplice facoltà affidata ai magistrati di rinviare (fino a un massimo di 18 mesi) i processi per reati commessi fino al 2 maggio 2006 per i quali ricorrono le condizioni per l'indulto. Così si garantisce una corsia preferenziale ai procedimenti per i reati più gravi. In pratica, avranno priorità assolutà terrorismo, mafia, morti bianche, pirateria stradale e tutti quei processi per delitti puniti con almeno quattro anni di carcere e quelli a carico di detenuti o recidivi. Nei reati indultati si allarga il patteggiamento oltre i termini previsti dal codice. Saranno i capi degli uffici giudiziari, in base alle priorità indicate dalla legge, a stilare un elenco proprio sul quale riferire al consiglio superiore della magistratura e che passerà al vaglio del ministro dell giustizia.

Esercito nelle grandi città. Per un massimo di sei mesi (rinnovabili una tantum) tremila militari potranno essere usati nelle grandi città nella vigilanza di obiettivi sensibili e nel pattugliamento (insieme alla polizia).

Certezza della pena. Niente sospensione del carcere per chi commette atti osceni, violenza sessuale, furto e spaccio e per tutti i delitti aggravati dalla clandestinità. A favore dell'incensurato non scatteranno più in maniera automatica le attenuanti generiche (il giudice valuterà caso per caso). Chi uccide un agente in servizio sarà condannato all'ergastolo.

Processi più rapidi. Per accelerare i processi, il pm avrà l'obbligo (non più la facoltà) di richiedere il rito direttissimo o il giudizio immediato per i reati per i quali sono previsti i riti speciali. In pratica, il rito direttissimo diverrà la regola in relazione a tutte le indagini che non richiedono attività ulteriori. In appello è fatto divieto di patteggiamento.

Aggravante clandestinità. Se chi delinque è un clandestino le pene sono aumentate di un terzo. La nuova aggravante di clandestinità vale per gli extracomunitari ma anche per i cittadini europei entrati irregolarmente.

Giro di vite sulle espulsioni. Ampliati i casi di espulsione su ordine del giudice, mentre i cittadini comunitari potranno essere allontanati se senza reddito o trovati a delinquere. Cala a due anni il limite di pena per l'espulsione (prima era di dieci). A chi viola l'ordine di rimpatrio carcere da uno a quattro anni.

Addio Cpt, arrivano i Cie. I centri di permanenza temporanea (Cpt) e i centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta) cambiano nome e diventano centri di identificazione ed espulsione (Cie). Infine, se si dichiara falsa identità si rischia dai tre a sei anni di pena.

Carcere a chi lucra su affitti a irregolari. Carcere da sei mesi a tre anni per chi lucra, affittandogli casa o altro immobile, sullo straniero senza permesso di soggiorno. Con la condanna scatta anche la confisca del bene. Da questa norma dovrebbero essere esclusi coloro che ospitano badanti o colf.

Stretta su pirati strada. Chi guida ubriaco o drogato e causa incidenti mortali o feriti gravi rischia il carcere da tre a dieci anni, la confisca del veicolo e il ritiro della patente. Ulteriori inasprimenti sono previsti per chi non si ferma a prestare soccorso e per non si sottopone ai test di controllo.

Più poteri a sindaci e prefetti. Sul fronte dell'ordine pubblico sindaci e prefetti avranno maggiori poteri e ci sarà più cooperazione tra polizia locale e statale. Tra l'altro, il sindaco segnalerà gli stranieri irregolari da espellere.

Lotta alla mafia (anche straniera). Due anni di carcere in più ai mafiosi, e il reato di associazione mafiosa sarà contestato anche alle organizzazioni criminali straniere. Si contrasteranno in maniera più efficace i traffici illegali, con la confisca dei patrimoni anche post mortem. I mafiosi condannati non potranno più avvalersi del gratuito patrocinio. Infine, più poteri al procuratore nazionale antimafia, che potrà decidere le misure di prevenzione da adottare.

Distruzione merce contraffatta. Una volta sequestrata, il giudice potrà ordinare la distruzione della merce contraffatta e di quella di cui sia vietata la fabbricazione e la vendita.


(23 luglio 2008)

La metto tutta rossa... nonostante ci siano diversi punto non proprio avvincenti... tipo l'esercito che svolge funzioni di polizia... ma sennò dite che non vedo mai nulla di buono...
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Messaggiodi GanassaGanassina » 1 ago 2008, 10:23

boia...un ce la fo a leggere ungniosa (è già tanto stamani se ho guidato fino a lavoro...) ma ho letto antiprecari e mi sento dire solo mavaffanculo... :evil:
OH CACCHIO!!! (Peter Griffin)

non ricordo di essere nato...sarà stato mentre ero strippato... (J.D. Morrison)
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Messaggiodi Bonanza » 1 ago 2008, 10:41

Questa girata lo zio Berlusca si è fatto nemico gente più potente di lui... :twisted:
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Messaggiodi Bonanza » 30 ago 2008, 12:54

Passate le ferie cerco di recuparare un po' di smalto... tanto cosa credete che stanno con le mani in mano???

L’aumento negli ultimi anni dell’era Cuffaro documentato da un rapporto della Corte dei Conti
Sicilia, aumenti del 115% agli assessori

In tre anni stipendi raddoppiati e infornata di precari:
conti a rischio con il federalismo

ROMA — C'è un numero che da solo spiega perché il federalismo fiscale e la Regione siciliana non possono andare d'accordo. Si trova a pagina 57, riga 6, di un rapporto appena sfornato dalla Corte dei conti dove si denuncia che nel triennio 2005-2007 l'indennità di carica per i componenti della giunta regionale è aumentata del 114,77%. C'è scritto proprio così: +114,77%. Mentre nel Paese infuriava la bufera sui costi della politica, mentre a Roma si cercava di salvare la faccia proponendo sforbiciate qua e là, mentre Romano Prodi tagliava del 30% il suo stipendio e quello dei suoi colleghi, la spesa per l'indennità degli assessori siciliani magicamente più che raddoppiava. Con il risultato che oggi un componente della giunta regionale guadagna più di un ministro. Chi è assessore e deputato regionale porta a casa più di 14 mila euro netti al mese. Gli assessori esterni se ne devono invece far bastare 11 mila o giù di lì. Il loro stipendio è infatti di 18.120,70 euro lordi al mese: 217.448 l'anno. Circa 15 mila più di un ministro non parlamentare. Va da sé che con la riforma federalista questo andazzo non potrà continuare. Ma i sacrifici a cui saranno chiamati gli assessori faranno ridere rispetto al resto dei problemi. Il personale, per esempio. La relazione della Corte rivela che nel triennio 2005-2007 la spesa per gli stipendi è aumentata del 18,1%, il triplo dell'inflazione.

Nel 2007 i dipendenti sono costati 714 milioni, il 37% più del 2001. All'esplosione ha contributo, spiegano i magistrati contabili, «il notevole ampliamento del numero di dipendenti a tempo determinato a seguito della decisione assunta dalla giunta regionale di procedere alla contrattualizzazione» di alcuni precari. Quanti erano? 3.496. Più o meno come tutti i dipendenti della Regione Lombardia e degli enti collegati, che secondo il conto annuale del Tesoro sono 3.961. Per inciso, la Lombardia ha 9 milioni e mezzo di abitanti contro i 5 milioni della Sicilia. La mega infornata di precari risale alla fine del 2005, pochi mesi prima delle elezioni regionali che avrebbero confermato Salvatore «Totò» Cuffaro alla presidenza della Regione. Come se non bastasse, sottolinea il rapporto della Corte dei conti, l'amministrazione regionale ha poi provveduto a «stabilizzare» altri 130 precari l'anno successivo e ancora altri 197 nel 2007.

Non c'è perciò da stupirsi che la bulimica macchina regionale si sia gonfiata all'inverosimile: alla fine del 2006 si contavano 20.448 dipendenti, di cui 14.291 a tempo indeterminato, 5.455 ex precari stabilizzati e 702 lavoratori socialmente utili. I dirigenti sono ben oltre duemila, con un aumento inarrestabile della spesa per le retribuzioni «di posizione di risultato», determinato dal «notevole incremento del numero degli uffici di massima dimensione e delle strutture intermedie». Ma siccome è regola che non ci siano figli e figliastri, pure i dipendenti «a tempo» hanno avuto la loro parte. E poco importa che l'aumento del «trattamento accessorio» per questo personale sia stato concesso, dice la Corte dei conti, «in violazione delle disposizioni normative e contrattuali». Perché il 6 febbraio scorso, una decina di giorni dopo le dimissioni di Cuffaro e un paio di mesi prima delle elezioni che avrebbero incoronato Raffaele Lombardo, la Regione ha approvato per legge una tanto scontata quanto provvidenziale sanatoria. Per non parlare dei consulenti.

Le norme fissano in tre il numero massimo per ogni assessorato più un consulente per il servizio «controllo strategico»? Ebbene, nel 2007 gli incarichi di consulenza affidati da 10 dei 12 assessori, più il presidente, erano 51, di cui 5 per il cosiddetto controllo strategico. E che dire della spesa per le pensioni? Nel 2007 è arrivata a 538 milioni, il 31,6% in più rispetto al 2001, con una crescita del 7,8% soltanto nell'ultimo anno. Il motivo? L'aumento del 51,6% dei dipendenti della Regione che se ne sono andati in pensione: 413 persone in dodici mesi. Inevitabili, a fronte di questa situazione, gli interrogativi. Perché Lombardo è potente alleato di Silvio Berlusconi, che a lui deve la schiacciante e decisiva vittoria del centrodestra nei collegi elettorali dell'isola. Ma sa benissimo che la riforma, pure «a misura di Sicilia» come lui stesso ha chiesto, potrebbe rivelarsi un massacro se venissero tagliati massicciamente i trasferimenti alle Regioni meno virtuose. Anche perché i segnali di una svolta, in Sicilia, mancano del tutto. La Regione ha varato un piano di riorganizzazione che dovrebbe comportare un risparmio di circa 1,6 milioni di euro l'anno negli stipendi dei dirigenti dal 2008 al 2010.

A parte le considerazioni circa l'entità dell'economia prevista, considerando che il monte «salari» dei dirigenti, salito fra il 2001 e il 2005 di oltre il 45%, supera ormai i 160 milioni di euro, i magistrati contabili arrivano a mettere in discussione che il modestissimo risparmio possa essere conseguito, anche perché «emerge in maniera evidente che l'attuazione delle misure proposte non prevede una diminuzione delle strutture burocratiche». Se infatti il numero delle aree e dei servizi viene ridotto da 546 a 403, quelle delle unità operative aumenta da 1.184 a 1.329. Ma in discussione, sanità a parte, è anche l'intera struttura delle uscite regionali. A una fortissima crescita della spesa per stipendi e pensioni ha fatto riscontro, negli ultimi tre anni, un calo dei trasferimenti alle famiglie (-9,8%) e alle imprese (-42,9%). E se la Regione, dice la Corte dei conti, spende troppo poco per le opere pubbliche e il turismo, sulla formazione professionale corrono fiumi di denaro. L'anno scorso, 432 milioni di euro. Ma senza che se ne vedano risultati, se è vero, come sottolinea il rapporto, che «la disoccupazione giovanile, alla quale dovrebbe prevalentemente rivolgersi la spesa per la formazione professionale, nel 2005 è stata del 40,6% per gli uomini e del 52,1% per le donne».

Sergio Rizzo
27 agosto 2008


Fonte Corriere della sera

Prendetevi due minuti e riflettete
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Messaggiodi Bonanza » 30 ago 2008, 12:56

il guardasigilli: «Sì al dialogo, ma poi decidiamo»

Giustizia, Alfano: «La riforma si farà. L'indulto? È stato un fallimento»
Il ministro: «Le persone sono uscite senza che vi fosse stato un recupero e ora le carceri sono piene di recidivi»

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano a Rimini (Emmevi)
RIMINI - La riforma della giustizia «si farà». Parola di Guardasigilli. In visita ad una mostra sul carcere al meeting di Comunione e Liberazione il ministro Angelino Alfano ha annuncia to che la riforma della giustizia e che sarà una sorta di «sfida e banco di prova tra chi vuole cambiare e chi vuole conservare» e verrà elaborata «dialogando, perchè decidere senza dialogare - è convinto Alfano - è come una dichiarazione di guerra unilaterale e parlare senza decidere è l'esatto contrario di una cultura di governo che vuole dare risposte al nostro paese».

«I CITTADINI AL CENTRO» - A giudizio del ministro la riforma a cui si metterà mano nel prossimo futuro «terrà al centro i cittadini. I cittadini - ha osservato Alfano - non ne possono più di un sistema che dà risposte dopo dieci anni e dà risposte incerte. Pensiamo che i cittadini meritino una giustizia migliore». Per fare ciò, ha proseguito il ministro, c'è sul tavolo «un ventaglio di proposte» diverse tra cui una «missione di contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata». A tale riguardo, le eventuali norme in materia saranno predisposte all'interno di una «cornice che è quella costituzionale».

INDULTO - Nessun commento esplicito da parte di Alfano sull'ipotesi adombrata dalla Lega di un'elezione diretta dei pm. «Parleremo con la Lega nei prossimi giorni» ha solo detto il ministro. Tornando invece con forza sulla questione dell'indulto durante un incontro sul sistema carcerario promosso al meeting di Cl. «Non è stato offerto ai detenuti nessun percorso di recupero. Così, dopo due anni, l’indulto è fallito» ha detto Alfano. «Siamo testimoni di un percorso fallito - ha spiegato il ministro - ovvero il perdono senza il presupposto della ricostruzione dello spirito, cioè il perdono fine a se stesso». I fatti rendono atto della denuncia del Guardasigilli: «Le nostre carceri sono piene come lo erano prima dell’indulto a causa della recidiva e perché non c’è stato un percorso di recupero dell’umanità» delle persone in prigione, «perché non è stato offerto il bivio: tornare a delinquere o la ricostruzione». Questo bivio, ha sottolineato Alfano «lo deve garantire lo Stato».

«SI' AL BRACCIALETTO» - Uno strumento utile a migliorare le condizioni di vita all'interno del carcere e a combattere i problemi che la angustiano, come quello del sovraffollamento delle strutture, potrebbe essere secondo Alfano il «braccialetto elettronico». «È stato provato in altri Paesi dove, non si è registrata una produzione di recidiva, né di evasione» ha detto il Guardasigilli. «In Francia - ha concluso Alfano - ha funzionato e funziona tuttora. Che motivo c’è di tenere occupati dei posti con persone che non hanno compiuto reati gravi?»


26 agosto 2008

Vorrei ricordare a tutti... che l'indulto è stato votate anche dal Sig. Alfano... e che il braccialetto non ha avuto alcun risultato positivo!!! Un Ministro della Giustizia come questo è paragonabile solo a Mastella!!!
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Messaggiodi Bonanza » 30 ago 2008, 13:00

Maroni: "Silvio ma hai per caso ancora qualche problema che ti assilla?"
Ghedini: "Una manovra? Non ci serve, la legge ce la possiamo votare da soli"

La nuova offensiva del Cavaliere
"Ascolti vietati per corruzione"

Ma Lega e An si mettono di traverso: quel testo non si tocca

di LIANA MILELLA

Romano Prodi e Silvio Berlusconi
ROMA - Era ancora luglio. Un tavolo riservato a casa di Berlusconi per discutere di giustizia e di intercettazioni. Lui, il Cavaliere, scatenato, continuava a ripetere: "Dovete darmi retta. Questo disegno di legge va cambiato. In consiglio dei ministri mi avete forzato la mano. Ma io non sono per niente soddisfatto. Avete voluto a tutti i costi prevedere una lista ampia di reati. Così non va bene. I magistrati continueranno a massacrarci. Finiremo sempre sui giornali. Dobbiamo limitare la possibilità di ascoltare le telefonate solo ai delitti gravi, la mafia e il terrorismo. E basta. Perché...".

D'improvviso, fatto non proprio usuale quando parla il Cavaliere, lo interrompe Bobo Maroni: "Silvio, scusami. Ma hai per caso qualche altro problema che ti assilla?". Angoscia giudiziaria, ovviamente, ma il fair play impone di non chiamare le cose col loro nome. Il premier si fa una risata e replica: "Problemi? Io? Altre inchieste? Proprio no. Che io sappia non ne ho. Ma è il sistema che fa schifo. Ieri è toccato a me, domani toccherà a un altro. Qui non si salva nessuno. Prima o poi finiamo tutti sulla graticola, sputtanati sui e dai giornali. Per questo, e non finirò mai di ripetervelo, i reati sulla pubblica amministrazione non devono essere più ascoltati dai giudici. Capito?".

Ma la Lega di Maroni e An con Giulia Borgiorno non si sono spostate di un centimetro. "La corruzione è intercettabile, e tale deve restare" disse allora, e ripete ancora oggi, la delegata di Fini al tavolo della giustizia. Il Carroccio era ed è altrettanto irremovibile.
Sicché Berlusconi, quando l'altra sera gli hanno messo sul tavolo l'anteprima della copertina di Panorama col servizio su Prodi, ha avuto buon gioco ad esplodere: "Eccoci qua. È disgustoso. Ieri ero io la vittima, adesso è lui. Qui non si salva nessuno. Questi comportamenti non sono più tollerabili. Bisogna approvare la legge il più presto possibile. E bisogna stringere sulla lista dei reati".

Ha chiamato Niccolò Ghedini, il suo avvocato e consigliere giuridico. Con lui s'è lamentato con forza per "quella legge troppo morbida" che però Ghedini difende. "Berlusconi ha dato delle indicazioni, il ministro della Giustizia Alfano ha presentato un testo, ne abbiamo discusso, il consiglio dei ministri l'ha approvata, il premier stesso l'ha firmata, ora è in Parlamento.

Non ci sono accelerazioni particolari da imporre, il testo farà il suo iter, che non sarà certo breve, ma alla fine sarà approvato". E l'opposizione che oggi accusa Berlusconi di aver provocato e quasi ordinato lo scoop di Panorama per poi sfruttarlo politicamente e imporre il voto su una legge che in realtà serve soprattutto lui? Ghedini esplode in un mezzo moccolo: "Abbiamo una maggioranza fortissima. La legge ce la possiamo votare da soli. Che ce ne importa di Prodi? La verità è che Berlusconi ha scritto esattamente quello che provava. Fastidio, esasperazione, condanna per pubblicazioni inaccettabili".

Silvio sincero? Silvio autentico? Silvio che arriva a contrirsi per l'ex premier e l'ex avversario? Ghedini giura che è proprio così: "Berlusconi non sapeva nulla del servizio del settimanale. Se ne fossimo stati informati avremmo tentato di dire che stavano per fare una cosa pazzesca, anche perché si tratta di un comportamento penalmente rilevante". Avreste censurato Panorama? "Berlusconi non lo fa mai. E non lo avrebbe fatto nemmeno in questo caso. Ma la sua reazione è stata di indignazione profonda".

Quella che ieri mattina, a ridosso dell'incontro con Napolitano che lodava i risultati bipartisan sulla Georgia ottenuti dopo il confronto Frattini-Fassino, gli ha fatto dettare alle agenzie una nota decisamente a favore di Prodi.

Ma alla versione di Ghedini s'oppone quella del Pd e di Di Pietro. Solidarietà "pelosa". Come sospetta Marco Minniti, solo "una manovra architettata". Che serve a Berlusconi come pezza d'appoggio per giustificare non solo la stretta sulle intercettazioni, ma più in generale quella contro i giudici. Ma un fatto è certo. Nell'incontro tra il premier e il Guardasigilli Alfano a palazzo Grazioli, appena due giorni fa, il capo del governo ha detto al suo ministro: "E poi, Angelino, mi raccomando le intercettazioni. Segui la legge a ogni passo. E dammi retta. Limate quella lista dei reati".

Via la corruzione, la concussione, gli abusi. È l'unica preoccupazione del Cavaliere. Non il carcere per i giornalisti, ché quello vuole eliminarlo. Non la durata degli ascolti, ché non lo preoccupa. Ma la "lista". È quello il vero problema su cui vorrebbe che almeno i benpensanti della sinistra stessero dalla sua parte.

(30 agosto 2008)

Ah... non ho messo i colori nei miei ultimi 3 post perché mi sembrava superficiale!!!
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Messaggiodi MB » 2 set 2008, 13:30

La cordata preannunciata da Berlusconi in campagna elettorale dopo tanti mesi è finalmente realtà. Ecco un breve profilo di alcuni tra i “capitani coraggiosi” che piloteranno Alitalia fuori della crisi.

Roberto Colaninno
Da manager diventa imprenditore senza capitali. Conquista Telecom facendo debiti. Insieme a Gnutti e Consorte non hanno soldi necessari, ma agganci politici: le banche concedono mega prestiti milionari e con un sistema di scatole cinesi conquistano il 51% di Telecom. Hopa (controllata al 51% da Colaninno e Gnutti, con dentro Monte dei Paschi di Siena, Unipol e Fininvest, nel miglior spirito bipartisan) possiede il 56,6% di Bell (oscura società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo). Bell controlla il 13,9% di Olivetti, che possiede il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. Praticamente Colaninno e soci controllano Telecom detendone solo il 1,5%. C’è il dubbio che il controllo di Bell su Olivetti sia avvenuto per effetto di notizie riservate di Colaninno (reato di incidere trading, che tuttavia la Consob non ha accertato). Il Financial Times parla di “rapina in pieno giorno”. Telecom viene gestita così bene che dopo due anni affoga nei debiti, ma Colaninno riesce a venderla a Tronchetti Provera (Pirelli) e a Benetton, con una plusvalenza di 1,5 miliardi di Euro (praticamente esentasse). Naturalmente i veri sconfitti sono i piccoli azionisti della società. Nel 2005 la Consob lo condanna al pagamento di una sanzione per conflitto d’interessi.

Marco Tronchetti Provera
Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla società (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.

Carlo Toto
Parte dall’azienda di famiglia, la Toto costruzioni, che sotto la sua guida di Carlo negli anni '60 non perde una commessa da amministrazioni pubbliche (come le Ferrovie) ed enti locali abruzzesi. Carlo Toto è di casa all'Anas e piano piano passa dai semplici rifacimenti stradali alla costruzione di ponti, gallerie e corsie. Tutto fila liscio fino al 1981, quando lo arrestano con un funzionario Anas in una delle poche indagini pre-mani pulite. L'accusa per falso riguarda l'appalto del ponte sul fiume Comano (crollato nel giugno del 1980). Nel 1988 arriva la condanna in appello con i benefici di legge. Patteggia 11 mesi di condanna per le mazzette pagate per l'appalto di un mega-parcheggio. Nel giugno ‘94 comprò il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto finì per firmare un preziosissimo accordo di partnership - era il 2000 - con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali «trascurate» da Alitalia. Quando tuttavia Toto si propone come acquirente di Alitalia, le banche che avrebbero dovuto sborsare 2 miliardi di euro, manifestano scarsa fiducia nell’operazione. Vanta una grande amicizia con il segreterio generale della Cisl Bonanni, uno di quelli che ha detto "no" all'accordo con Air France.

Francesco Bellavista Caltagirone
Lo troviamo socio di Hopa, sembra con i finanziamenti erogati dalla ex Popolare Lodi alla società off shore Maryland, utilizzata in passato anche per comprare Rcs e titoli della stessa Popolare Lodi. Risulta indagato nell' inchiesta sull' aggiotaggio Antonveneta. Insieme a Sergio Billè (già Presidente di Confcommercio) risulta coinvolto nelle vicende che riguardano il “furbetto del quartierino” Stefano Ricucci.

Gilberto Benetton
Partecipa con Tronchetti Provera all’operazione Telecom, acquistata da Colaninno. Nel 1999 acquista l’altra grande azienda pubblica privatizzata, cioè la società Autostrade. Anche in questo caso l’operazione avviene attraverso il debito, che poi dovrebbe essere pagato dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” (Autostrade appunto). Nel 2005 la società insieme ad Argofin di Marcellino Gavio entra in Impregilo, alla vigilia della gara per il Ponte di Messina.

Marco Fossati
La Star è l’azienda storica della famiglia. La finanziaria Findim entra nel giro Telecom, quando Tronchetti Provera lascia. Si dichiara convinto che la società nei prossimi due anni migliorerà fortemente. Si fa portatore di un piano alternativo per il rilancio Telecom, che prevede l’ingresso nella società di Mediaset. Per convincere Silvio Berlusconi, Fossati ha addirittura portato Alierta (della spagnola Telefonica socia di telecom) ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma intanto il titolo scende.

Marcellino Gavio
I suoi successi “autostradali” prendono le mosse dai rapporti politici, in particolare con il Partito Socialdemocratico di Romita e Nicolazzi. All’epoca del Ministro Prandini (pluricondannato) ottiene mille miliardi di appalti pubblici. Nel 1992 il suo amministratore delegato Bruno Binasco è stato imputato in processi per corruzione (è stato infine condannato insieme a Primo Greganti per finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito dei processi di Mani Pulite). Su di lui nel 1992 fu spiccato un mandato di cattura, per presunte tangenti a Gianstefano Frigerio, segretario regionale DC, riguardo l'appalto per l'allargamento della Milano-Genova. Gavio si rifugiò all'estero, a Montecarlo, fino al settembre '93, fino a quando decise di presentarsi ai giudici di Milano, dove si salvò grazie alle solite prescrizioni. Interessanti le intercettazioni con il Ministro Lunari ed Emilio Fede: dimostrano il suo metodo di lavoro. Risulta indagato, insieme a Ugo Martinat, nelle vicende della Torino-Lione. Attraverso Argofin controlla un terzo di Impregilo, in cui entra poco prima dell’appalto per il Ponte di Messina.

Salvatore Ligresti
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta Mani Pulite e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Speculatore su aree edificabili, di lui si sa che passava le mazzette direttamente a Craxi propria manu e che è stato più volte salvato dalle grandi banche, prone la potere politico. Il suo ex rivale in affari Berlusconi lo nomina nel luglio 2004 amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera, guarda caso. Insieme a Gavio e Benetton è socio di Impregilo, coinvolta nella vicenda dell’appalto per il Ponte di Messina.

Salvatore Mancuso
Nel 2007 la sua nomina alla Presidenza del Banco di Sicilia, con il consenso di Totò Cuffaro e le congratulazioni di Francesco Musetto, viene salutata come un evento. Ma di li a poco dovrà dimettersi. Ma il suo fondo Equinox, con sede in Lussemburgo, è presente in molte operazioni discutibili. Così Mittel, finanziaria guidata da Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo), e il fondo Equinox di Salvatore Mancuso hanno sottoscritto un accordo con Banca Mps e Banco Popolare, creditrici di Fingruppo, per liquidare in bonis Hopa, la società della galassia del finanziere bresciano Emilio Gnutti - finito in disgrazia in seguito alla calda estate dei furbetti del quartierino, anno 2005, quando fu coinvolto nella vicenda giudiziaria delle scalate bancarie e delle intercettazioni telefoniche - e degli imprenditori a lui vicini. Qualche giorno prima di partecipare alla cordata Alitalia acquista il 65% di Air Four, compagnia aerea executive con sede a Milano.

Claudio Sposito
E’ uno degli uomini chiave del salvataggio di Fininvest dal fallimento all’inizio deglia anni ’90.All’epoca operava come plenipotenziario italiano per conto della banca d’affari Morgan & Stanley ed il rapporto con Berlusconi divenne così solido che nel 1998 diventerà amministratore delegato di Fininvest. Nel 2003 ritroviamo Sposito ed il suo fondo Clessidra ad operare con Gnutti, Presidente di Hopa, con l’intervento di Mediobanca. Sposito controlla oggi ADR, che gestisce gli aeroporti di Roma.

Emilio Riva
E’ il re italiano dell’acciaio. Non è sconosciuto alla giustizia, che lo ha condannato per il reato di inquinamento della Ilva Siderurgica prima a Genova e ora a Taranto. Inoltre nel 2006 veniva riconosciuto colpevole di frode processuale e tentata violenza privata nei confronti di numerosi dipendenti di Taranto. Pene mai scontate grazie ai vari indulti e sconti. Il suo metodo di lavoro è la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite: In una lettera al Governo del 14 dicembre Emilio Riva avverte che l'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica comporterebbe "la necessità di fermare parte significativa degli impianti in uso. Il personale - afferma - colpito da tali riduzioni non potrebbe essere inferiore, anche nell'ipotesi più conservativa, alle quattromila unità".

Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti? Molti di loro sono Cavalieri del Lavoro. Nel sito ufficiale si legge che “Gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l'élite imprenditoriale del paese e che “L'Ordine al "Merito del Lavoro" premia l'insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese”. Complimenti!

C’è qualcuno che si aspetta che imprenditori siano mossi dall’intento di rendere un servizio alla collettività?

C’è qualcuno che non pensa che, comunque vadano le cose, alla fine usciranno dalla vicenda con la loro brava e ingente plusvalenza?
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Messaggiodi discostu » 2 set 2008, 14:09

MB ha scritto:Marco Tronchetti Provera
Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla società (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.

La cosa più scandalosa di tutta la vicenda è che dopo aver causato i suddetti danni disastrosi sapete cos'è stato fatto per "risanare i conti Telecom"?
E' stato letteralmente svenduto l'immenso patrimonio immobiliare a prezzi ridicoli, e a chi?
Ma ovviamente a Pirelli Real Estate, società immobiliare di Tronchetti Provera, generando un conflitto di interessi mostruoso!
Pirelli Real Estate che si è ritrovata con una plusvalenza enorme, e in moltissimi casi, essendo gli immobili utilizzati da Telecom (uffici, centrali telefoniche, ecc.) ci ha guadagnato 2 volte perché glieli ha riaffittati!
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Messaggiodi Bonanza » 4 set 2008, 22:24

Gelmini, avvocato con l'esame 'facile'

Da più parti l'invito a dimettersi

Piovono critiche dopo che l'articolo del Corriere della Sera ha rivelato come il ministro dell'Istruzione si era trasferita a Reggio Calabria per avere la matematica certezza di passare l'esame di Stato


Roma, 4 settembre 2008 - Riflettori puntati su Maria Stella Gelmini, ministro dell'Istruzione, già al centro del dibattito mediatico per il 'pacchetto' sulla scuola che tra voto in condotta, maestro unico e altre 'piccolezze' promette di rivoluzionare il 'piccolo mondo antico' della scuola nostrana e ora al centro di un 'caso personale' dopo l'articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Secondo quanto scritto da Stella, che a sua volta cita Flavia Amabile, la Gelmini nel 2001 si sarebbe trasferita da Brescia a Reggio Calabria per avere la quasi matematica certezza di passare l'esame di Stato per diventare avvocato, visto che nel capoluogo calabrese la percentuale di ammessi agli orali era del 93,4%, il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7%).


A chiedere le dimissioni del ministro è, per primo, Gaetano Romano presidente dell'Unione Giovani Avvocati Italiani: "E' nota a tutti l'enorme difficoltà di diventare avvocati in Italia - dice - dove a livello nazionale ormai solo il 35,40% dei candidati riesce ad abilitarsi, tuttavia è davvero incredibile che ad utilizzare la scorciatoia del trasferimento sia stata proprio colei che ha sottolineato la mancanza di preparazione di una parte degli insegnanti italiani che si trasferiscono al Nord Italia".

"E' bene che il Ministro si dimetta senza ritardo anche perché, se non lo farà, i giovani avvocati italiani sono ansiosi di verificare come si comporterà ad uno dei prossimi consigli dei ministri dove il ministro della Giustizia Alfano ha già anticipato che porterà all'interno della riforma della Giustizia la riforma dell'accesso forense che a nostro parere è tesa a rinforzare ancora di più la casta degli avvocati cassazionisti".

La Nazione

C'è polemica!!! Ve le ricordate le sue dichiarazioni sul meridione? E sapete di cosa è ministro?
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Messaggiodi Bonanza » 4 set 2008, 22:43

Qualcosa di buono!

Rifiuti; Berlusconi ottimista, continuiamo così

Avanti lavoro per discariche, termovalorizzatori e differenziata


Napoli, 4 set.

L'emergenza rifiuti in Campania è superata e "tutto procede secondo i piani". È ottimista il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulla parola fine da mettere alla crisi che ha attanagliato la regione negli ultimi mesi. "Temevamo potessero esserci defezioni, ma non è successo: Napoli è rimasta pulita come il 18 luglio", dice in conferenza stampa a Napoli a conclusione della sua ottava visita nel capoluogo partenopeo da quando si è insediato nuovamente a Palazzo Chigi. Durante il briefing con il sottosegretario Guido Bertolaso e con il generale Franco Giannini, Berlusconi ha analizzato lo stato di tutte le discariche già in funzione e le procedure in atto per l'avvio dei quattro termovalorizzatori previsti in Campania. Il premier, di comune accordo con Bertolaso, assicura che la prima linea dell'impianto di Acerra sarà completata nel gennaio 2009 e che per gli altri tre termovalorizzatori si sta procedendo in maniera celere. "Il che vuol dire un colpo forte allo smaltimento dei rifiuti che intanto registra un fatto positivo, l'incremento della percentuale della raccolta differenziata - aggiunge - abbiamo perciò delle buone prospettive, la difficoltà grande è alle nostre spalle, dobbiamo continuare così ma colgo l'occasione - prosegue - per ringraziare gli uomini della Protezione civile e quelli dell'Esercito che certo non si sono arruolati per fare questo, ma lo stanno facendo egregiamente". Berlusconi coglie poi l'occasione per ricordare che quella di Napoli è stata "un'avventura negativa" che non deve però ripetersi in altre regioni nonostante si sappia che alcune siano già vicine alla saturazione. "Napoli deve essere un monito preciso - si augura il Cavaliere - possiamo essere ottimisti e soddisfatti per quello che tutti insieme siamo riusciti a realizzare". Ma se spira vento positivo su appalti e raccolta differenziata, Berlusconi non nasconde che esistono ancora delle "resistenze delle popolazioni locali sulle discariche". Il premier riconosce che "è comprensibile che si preferisca un parco vicino casa, ma il nocumento di una discarica è esagerato". Con proiezioni al computer alla mano, il presidente del Consiglio rassicura i cittadini che il moderno modo di realizzare le discariche è sicuro. Anzi, le "ferite" saranno guarite con parchi e verde per tutti. E prima di lasciare il capoluogo partenopeo, dopo aver incontrato i sindaci di Serre (Salerno), Terzigno (Napoli) e Andretta (Avellino), il premier lascia un preciso compito a Bertolaso: verificare se i territori nei quali è prevista la realizzazione di siti per rifiuti siano idonei. "Ho incontrato i sindaci, mi hanno esposto le loro opinioni - spiega ai giornalisti - abbiamo risposto e ora approfondiremo il da farsi e daremo una risposta che sarà nella continuazione della realizzazione delle discariche previste dalla legge oppure una rinuncia collegata ovviamente al reperimento di un altro sito che possa sostituire il sito che eventualmente non utilizzeremo come discarica". Un 'compito a casa' assegnato a Bertolaso il quale, a metà della prossima settimana, incontrerà nuovamente i sindaci i cui territori sono interessati alla realizzazione di discariche. Il presidente mi ha dato una serie di cose da approfondire - si inserisce il capo della Protezione civile - e mi ha detto di fare indagini di natura geomorfologica dopo di che gli sottoporrò sia i risultati sia i nostri programmi". E in merito alle analisi ulteriori che potranno essere compiute, i tre primi cittadino dei comuni campani preferiscono non sbilanciarsi fiduciosi che qualcosa potrà cambiare a beneficio delle proprie popolazioni. Palmiro Cornetta, sindaco di Serre, si augura che sia abolito il sito di Valle della Masseria dal piano rifiuti, mentre Angelantonio Caruso, primo cittadino di Andretta, ribadisce il suo no ad un megasversatoio nel Formicoso. "Non abbiamo bisogno di ospitare immondizia. Il nostro territorio ha già dato tanto". Domenico Auricchio, sindaco di Terzigno taglia invece a corto: "La settimana prossima potranno dare notizie definitive e esprimere la nostra opinione".

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Messaggiodi gigi » 19 set 2008, 11:46

ahahah!
non l avevo mica visto! 8O 8O 8O

http://it.youtube.com/watch?v=k895bvKhoNk

senza parole...
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Messaggiodi Bonanza » 19 set 2008, 17:23

gigi ha scritto:ahahah!
non l avevo mica visto! 8O 8O 8O

http://it.youtube.com/watch?v=k895bvKhoNk

senza parole...


Stavolta però non ha colpe... se lei ha fatto un po' la rizzal'irrizzabile... :twisted:
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Messaggiodi Cencina » 19 set 2008, 17:51

m'è toccato girare anche blob da quanto è inguardabile quella scena! :? :?
vorrei un Zun tutti i giorni dell'anno.....
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Messaggiodi Bonanza » 23 set 2008, 19:25

I tagli previsti dal ministero: elementari e materne in classe solo di mattina
Più colpiti tecnici e professionali. Su richiesta, possibile prolungare le lezioni
Gelmini: "Troppo tempo sui banchi
l'orario scolastico va ridotto"
ROMA - Tempi duri per i più piccoli. E per i loro genitori. Il piano dei tagli alla scuola del ministro Gelmini è pronto. Verrà presentato venerdì 16 settembre ai sindacati della scuola. Tempi duri per chi frequenta le scuole materne ed elementari. Per quella dell'infanzia l'orario verrà ridotto a 24 ore a settimana con una sola maestra.

Oggi le maestre sono due e assicurano 40 ore a settimana. In sostanza, tutti a casa a mezzogiorno e mezzo. Però con le maestre di ruolo in esubero potrà essere esteso il servizio. Stessa musica per le elementari con qualche variazione sullo spartito. Il principio base è: maestro unico e 24 ore a settimana. Ma se le famiglie lo richiedono alla scuola l'orario potrà essere prolungato a 27 o 30 ore, a condizione però che l'organico lo consenta. Peccato che il numero degli insegnanti venga stabilito sull'orario base, cioè 24 ore.

Nello "Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione di concerto con il Ministero dell'Economia" c'è di tutto: considerazioni pedagogiche, tabelle, numeri, proiezioni. Il ministro Gelmini insiste: il maestro unico rafforza il rapporto educativo tra docente e alunno e tra maestro e famiglia. "Nell'arco tra i 6 ed i 10 anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento - si legge nel piano - con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto". C'è però qualcosa che non va: nel decreto approvato dal governo, il maestro unico è previsto solo nelle prime tre classi delle elementari.

"Ci sono molte cose che non si comprendono - commenta il segretario nazionale della Cgil Enrico Panini - nelle tabelle si parla di 10 mila tagli per i maestri, ma si tratta solo del primo anno, nell'arco dei 5 anni diventeranno 50 mila. Poi non è mai citato il tempo pieno. Anche per medie e superiori vengono tagliate le ore, ma quali materie subiranno un ridimensionamento? La Gelmini ce lo faccia sapere".



Cosa succederà alle scuole medie inferiori? Solo nel prossimo anno scolastico, con la riduzione dell'orario settimanale da 32 a 29 ore, secondo il ministero 10.300 insegnanti dovranno fare i bagagli. E che fine farà il potenziamento dell'insegnamento di italiano, matematica e lingua inglese?

A dire il vero, sul tempo prolungato alle medie inferiori qualche problema esiste. Ci sono scuole che fanno un orario di 36 ore a settimana pur non disponendo di servizi e strutture in grado di assicurare le attività alternative nel pomeriggio. Alle superiori, comunque, la mazzata colpirà soprattutto gli istituti tecnici e professionali. Quattro ore in meno a settimana, compresi i laboratori.

Troppe ore di lezione rispetto altri paesi europei, come afferma il ministro? "Fandonie. Esempio di incompetenza o malafede - commenta il professor Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentale a Roma Tre e consulente dell'Ocse - si gioca sul numero di ore di lezione all'anno, mentre negli altri paesi è l'orario scolastico complessivo a valere: cioè le ore pomeridiane di laboratorio di matematica e scienze che da noi non esistono".
(14 settembre 2008)



Repubblica.it
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Messaggiodi Bonanza » 26 set 2008, 21:52

CHE BELLO!!! FINALMENTE LA VERA GIUSTIZIA!!! (sarcasmo...)

Secondo il magistrato la normativa viola è incostituzionale
Il giudice decide lo stop e l'invio alla Corte Costituzionale
Milano, si ferma il processo Mediaset
Eccezione del pm, atti alla Consulta
Il legale di Berlusconi Ghedini: "Eccezione infondata, rispettata in pieno sentenza Lodo Schifani"
E domani si fermerà anche il Berlusconi-Mills per corruzione in atti giudiziari

MILANO - Si ferma il processo Mediaset. Dopo che il pm Fabio De Pasquale del tribunale di Milano ha sollevato un'eccezione di costituzionalità del Lodo Alfano che stabilisce l'immunità del premier, il giudice ha deciso lo stop del dibattimento che vede imputato, fra gli altri, Silvio Berlusconi per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediaset.

Il pm aveva chiesto ai giudici di dichiarare la sospensione del processo solo per l'imputato Berlusconi e di procedere per gli altri 11 imputati. I giudici della prima sezione penale si erano poi riuniti in camera di consiglio per decidere se inviare o meno alla Consulta gli atti del processo in relazione alla costituzionalità del Lodo Alfano. E in serata è arrivata la decisione che blocca l'intero procedimento, accolta dall'irritazione del legale del premier Ghedini. Che tuona: "Decisione sbagliata".

L'eccezione di De Pasquale. Secondo il pm il Lodo Alfano (che prevede l'immunità per la durata della carica per le cinque più alte cariche dello Stato) viola l'art.3 della Costituzione, che garantisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Secondo il pm il Lodo Alfano è incostituzionale perché sospende i processi alle più alte cariche dello Stato per tutti i reati e automaticamente, senza considerare la fase in cui si trovano i procedimenti. Un altro riferimento del pm è al trattamento diverso tra il presidente del Consiglio e i ministri e al trattamento sempre diverso tra i presidenti delle Camere da una parte e deputati e senatori dall'altra.

Il pm ha poi ricordato la sentenza della Corte Costituzionale con la quale si bocciava il Lodo Schifani per violazione dell'articolo 136 ("Quando la Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. La decisione della Corte è pubblicata e comunicata alle Camere ed ai Consigli regionali interessati, affinché, ove lo ritengano necessario, provvedano nelle forme costituzionali"). Infine il rappresentante dell'accusa ha ricordato che al Lodo Alfano si è arrivati con una legge ordinaria e non con una legge di revisione costituzionale (che richiede una procedura molto più complessa).

La protesta degli avvocati. Il riferimento alla sentenza sul Lodo Schifani, tuttavia, replica uno dei legali di Silvio Berlusconi, Nicolò Ghedini, è scorretto, e anzi rende l'eccezione di incostituzionalità "manifestamente infondata e non rilevante". Ghedini ha infatti ricordato come lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, promulgando la legge, avesse precisato di essersi attenuto esclusivamente alla sentenza della Corte Costituzionale del 2004 che aveva sancito la parziale illegittimità del cosiddetto Lodo 'Schifani-Maccanico'.

E domani il processo Mills-Berlusconi. E lo stesso Ghedini ha preconizzato che domani la sospensione toccherà anche il processo per corruzione in atti giudiziari che vede imputati l'avvocato inglese David Mills e (per concorso) lo stesso Berlusconi. Secondo l'accusa, Berlusconi avrebbe comprato per 600 mila dollari la testimonianza di Mills proprio nel processo Mediaset appena sospeso. Il Lodo Alfano doveva servire proprio a evitare che i due processi andassero a sentenza.

(26 settembre 2008)

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Messaggiodi Bonanza » 4 ott 2008, 16:32

Una proposta del Pdl amplia la stagione venatoria e permette di sparare
anche a specie oggi protette. Il Pd: "Normativa "che rischia di isolare l'Itala nella Ue"
Fucili senza freni, tutela a zero
La caccia ai tempi del centrodestra
Ma in Liguria, il centrosinistra vota una legge con la Lega

ROMA - Doppiette senza freni. Si comincerà a sparare ad agosto, quando ancora il periodo della riproduzione non si è concluso, e si finirà a fine febbraio, colpendo i migratori protetti dall'Europa. Nel mirino finiranno peppole, fringuelli, corvi e cormorani, tutte specie tutelate dalla direttiva 409 di Bruxelles. E i cacciatori non saranno più vincolati al territorio di residenza, come è previsto dalla legge attuale per evitare una pressione squilibrata sul territorio e sulla fauna, ma per 15 - 30 giorni all'anno potranno concentrarsi a loro piacimento, magari nella zona di passaggio dei migratori.

E' questo il profilo della nuova legge sulla caccia proposta dal pdl: una controriforma organica che spazza via la legge quadro del 1992 (la 157) che per 16 anni ha garantito la mediazione tra la situazione precedente (una caccia ad alto impatto ambientale) e le richieste di un fronte abolizionista che molti sondaggi danno per maggioritario. Il testo, che nascerà dalla fusione di due disegni di legge convergenti (uno a firma del senatore Domenico Benedetti Valentini, l'altro dei senatori Valerio Carrara, Laura Bianconi e Franco Asciutti) sarà discusso nei prossimi giorni in Parlamento.

"Qualche parlamentare del Pdl pensa evidentemente che per la caccia sia giunto il momento della restaurazione, ma io penso che all'interno del centro destra siano in molti a considerare una sciocchezza la caccia senza regole", commenta Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in commissione Ambiente del Senato. "Se questi ddl passassero, l'Italia si ritroverebbe isolata dal contesto normativo europeo e si vanificherebbe il lavoro prezioso di dialogo, confronto, spesso di collaborazione tra mondo venatorio, comunità scientifica, ambientalisti, organizzazioni agricole che ha consentito di sottrarre il tema della caccia a una guerra di religione e di farne un buon esempio di politiche condivise e positive".

Ma le tensioni non riguardano solo il centrodestra. A dimostrare che la spinta alla deregulation sulla caccia non segue i confini degli schieramenti politici, c'è stata la sorpresa Liguria. Dopo la minaccia della Ue di una super multa per l'autorizzazione della caccia ai fringuelli, i consiglieri Pd hanno bissato votando a favore di una norma voluta dalla Lega per ridurre da 10 a 3 gli anni dopo i quali si può sparare nei boschi colpiti dagli incendi.

"Far saltare i paletti che regolano l'attività venatoria e consentono di rispettare le norme europee è una mossa che rischia di produrre danni all'ambiente e ritorcersi contro gli stessi cacciatori", nota il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. "Il numero delle doppiette è in calo costante, mentre cresce il peso delle attività legate a un uso diverso del territorio. Per i cacciatori c'è un solo futuro possibile: stare alle regole europee e diminuire l'impatto ambientale della loro attività".

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Messaggiodi Bonanza » 7 ott 2008, 0:58

Il ministro Vito sul pacchetto Gelmini: "E' urgente e scade il 31 ottobre"
Nel provvedimento il taglio degli insegnanti, il maestro unico e il ritorno ai voti
Su maestri e voto in condotta
il governo chiede la sesta fiducia

L'opposizione insorge: "Si viola la Costituzione". Veltroni: "Solo tagli per 8 mld"
Gli universitari occupano gli atenei di pisa e Firenze. Sindacati verso lo sciopero generale

ROMA - E alle ore 19 e 5 minuti arriva il voto di fiducia numero 6 in meno di quattro mesi di vita della XVI legislatura. Che pure è quella con la maggioranza più ampia nell'era della Seconda repubblica. La chiede in un'aula di Montecitorio semideserta il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito precisando che la richiesta nasce "solo da fatti tecnici, dalla mancanza di tempi certi nel dibattito che può diventare in fretta ostruzionismo dell'opposizione e non certo da divisioni all'interno della maggioranza".

La sesta fiducia. Il governo ha fretta. Il pacchetto scuola del ministro Mariastella Gelmini - dal maestro unico alla non sostituzione di circa 150 mila insegnanti in tre anni passando per i ritorni al grembiule e al voto in condotta - scade il 31 ottobre. E con l'aria che tira, anche oggi davanti a Montecitorio centinaia di insegnanti hanno protestato alzando manifesti-santino al ministro Gelmini "Santa ignoranza", esistono scarse possibilità che il decreto possa attraversare in tempo utile la discussione in commissione e nell'aula di Camera e Senato.

Fiducia, quindi, come così spesso è accaduto nella storia seppure breve di questa legislatura: così andò per l'Ici, per il pacchetto sicurezza con la norma sui processi, e per la Finanziaria.

Mal di pancia nella maggioranza. Non c'è dubbio che il pacchetto Gelmini abbia creato non pochi mal di pancia nella maggioranza, tra i banchi della Lega soprattutto. Bossi ci ha messo del suo per complicare la vita al ministro, prima dicendo che il maestro unico "rovina i bambini", poi aggiungendo che "gli insegnanti del sud abbassano la media". Malumori che il governo oggi ha subito provveduto a smentire in aula ma che si sono materializzati anche nel pomeriggio.

Il Carroccio deve ingoiare un rospo. La richiesta di fiducia doveva arrivare nel primo pomeriggio, in apertura dei lavori dell'aula. Invece è slittata ora dopo ora fino alle sette di sera. Per due motivi. Il testo del maxi-emendamento, sostitutivo del decreto, è stato sottoposto all'attenzione del presidente Fini che doveva valutarne la compatibilità. Solo che il governo si era "dimenticato" di allegare la relazione tecnica con la valutazione relativa alla copertura economica. Ed è stato necessario un passaggio in più - che non ha soddisfatto l'opposizione - in Commissione Bilancio. Il secondo motivo si chiama Lega: nel testo del maxiemendamento infatti è rispuntato il fatto che la graduatoria degli insegnanti non sarà, come richiesto dal Carroccio, su base regionale ma su base nazionale. Significa che un maestro di Messina potrà ancora andare ad insegnare a Varese. Vedremo se la cosa lascerà strascichi nella maggioranza. Di sicuro oggi ha rallentato di un paio d'ore la richiesta di fiducia. Che sarà quindi votata a partire dalle 19.05 di martedì. Dopo 24 ore, secondo regolamento.

Gelmini: "L'urgenza c'è e fiducia necessaria". L'ennesima fiducia chiesta dal governo Berlusconi conferma le denunce delle opposizioni, dal Pd all'Udc passando per l'Idv, che accusano il governo di svuotare il Parlamento di quelle che sono le funzioni di confronto e dibattito, di umiliarlo e di attentare così al significato stesso della democrazia.

"L'urgenza c'è e la fiducia è necessaria perchè l'opposizione ha già provato a fare ostruzionismo facendo lievitare il numero degli emendamenti" ha precisato il ministro Gelmini. E dire che solo pochi giorni fa proprio il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva detto stop all'abuso dei decreti difendendo i diritti della Camera. "Allora cambiate i regolamenti, fanno perdere troppo tempo" aveva replicato il premier. Proposta rilanciata oggi dal ministro Vito: "Adesso ci saranno le solite polemiche, spero sia la volta buona per avviare un dibattito sul ruolo delle Camere".

Indignata l'opposizione. Durissimo il capogruppo del Pd Antonello Soro: "Quello che succede è gravissimo, si sta svuotando il Parlamento dalle sue funzioni. Le persone libere si chiedano chi è lo sfascista in questo paese". E poi rivolto a Fini: "Presidente rifletta: qui si sta violando la Costituzione". Maria Coscia (Pd) accusa la maggioranza di aver saputo, in questi mesi, "solo alzare muri anzichè cercare il dialogo". Lino Duilio, anche lui membro della Commissione per il Pd, dice chiaro che "la maggioranza conferma giorno dopo giorno di voler ridurre il Parlamento ad una succursale acritica del governo".

Ancora più netto l'intervento di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. "La Gelmini? Vende fumo - dice l'ex pm - anche a me piace vedere i ragazzi col grembiule piuttosto che con i piercing sull'ombelico, o i tatuaggi. Tutti sentiamo il bisogno di mettere ordine nella scuola, ma quella del governo è politica dell'apparenza, perchè di fatto il decreto sa solo fare tagli". Il segretario del pd Walter Veltroni ha fatto i conti: "Macchè riforma, questo decreto contiene solo 8 miliardi di tagli".

La fiducia dà la carica alla Cgil. Ma tra l'ora tarda e l'evidenza dei fatti, il dibattito sulla richiesta del voto di fiducia si ferma qua. Nei banchi dell'opposizione sì e no una ventina di persone. Fuori, invece, la protesta monta giorno dopo giorno e si annuncia ancora più dura. "Se il governo mette la fiducia - commenta il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - rafforza le ragioni della protesta". "La fiducia - aggiunge - non è un segno positivo perché è evidente che se noi abbiamo chiesto un confronto e si mette la fiducia si rafforzano le ragioni della protesta".

"Santa Ignoranza". Oggi intanto davanti a Montecitorio hanno manifestato per tutto il giorno centinaia di insegnanti e studenti alzando l'immagine "sacra" del ministro Gelmini ribattezzata "Santa Ignoranza". Rulli di guerra dagli studenti universitari che venerdì scenderanno in piazza. Perchè non è solo la scuola dell'obbligo il problema. C'è anche l'università che, con il via libera alle Fondazioni previste da Tremonti e Brunetta, in tre anni potrebbe essere privatizzata. I ricercatori prima e gli studenti da oggi hanno occupato le facoltà scientifiche di Pisa e Firenze, "contro il taglio dei fondi statali all'università e la possibilità che gli atenei siano trasformarti in fondazioni private". Dalla Toscana potrebbe partire il dòmino delle occupazioni. I sindacati sono pronti allo sciopero generale. Il 31 la prima data buona.
(6 ottobre 2008)

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Messaggiodi Bonanza » 16 ott 2008, 18:24

CONTINUIAMO PURE A CHIAMARLA REPUBBLICA!!!
E non parlo del giornale dal quale spesso attingo a certe notizie che su altri appaiono faziose e prive di importanza (laddove appaiono... perché non sempre meritano di comparire... :evil: )

Una norma abolisce il limite dei 75: e così il giudice "ammazzasentenze"
potrà restare in servizio fino a 83 anni.
Tornando in corsa per il vertice della Cassazione

Leggi ad personam tocca a Carnevale

ROMA - E adesso c'è un record anche per le leggi ad personam. Anzi: doppio record. Stessa persona come beneficiario e stesso governo. Sempre Berlusconi, of course. E con un "graziato" di tutto rispetto, Corrado Carnevale, la toga che fu nota come "l'ammazzasentenze", per via dei processi di mafia che annullava dalla Suprema corte per vizi formali.

Che osò perfino dare del "cr€tino" a Giovanni Falcone, perché "certi morti io non li rispetto".
Ma Carnevale è nel cuore della destra. Gli fecero una leggina ad hoc nel 2003, per ripescarlo dalla pensione dov'era finito quale imputato in un processo per mafia, gliene rifanno una per consentirgli di concorrere all'unico incarico che desidera, il posto di primo presidente della Cassazione. Ci arriverà alla veneranda età di 80 anni, ci potrà restare fino ai suoi 83, anche se i colleghi vanno in pensione a 75
. Appena ieri, a Taormina, davanti ai giovani avvocati, il Guardasigilli Alfano ha vantato i meriti del Csm perché "svecchia" i capi degli uffici. Ma per Carnevale, l'unico che si è vantato d'essere l'ispiratore della prima norma a suo favore, ben venga un'eccezione.

Lodo Alfano, lodo Consolo, lodo Geronzi. Eccoci al lodo Carnevale. Partorito giovedì 9 ottobre, al Senato. Infilato nel decreto legge che dà più soldi ai magistrati in marcia verso le sedi disagiate. Lo propone Luigi Compagna, docente di dottrine politiche, d'origini repubblicane, oggi forzista. A leggerla, la minuscola norma pro-Carnevale, è incomprensibile, ma significa tanto. Dice così: "L'articolo 36 del decreto legislativo 5 aprile 2006 n.160, come modificato dall'articolo 2 comma 8 della legge 30 luglio 2007 n.111, è abrogato". Vuol dire: la disposizione dell'ordinamento giudiziario dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella (2007) per cui, chi fu graziato nel 2004 e ottenne la ricostruzione della carriera non può ottenere posti di vertice oltre i 75 anni, "è abrogata". La Mastella cancellava la Castelli che invece non poneva limiti d'età. Ora si torna indietro. E si dà via libera a Carnevale.

In aula, la proposta di Compagna ottiene il placet del governo per bocca del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ex toga di Unicost candidata da Berlusconi. L'opposizione, stavolta (e non come per il lodo Geronzi), reagisce. Il democratico Felice Casson chiede il voto elettronico. Su 271 presenti, 159 sono a favore, 111 contro. Dice l'ex pm di Venezia: "La maggioranza aveva proposto la norma in commissione, ma il governo era contrario. Poi rieccola in aula. Io e Gerardo D'Ambrosio ne abbiamo ragionato e il nostro è stato un no convinto".

Due leggine in cinque anni. La prima ripescò Carnevale dalla pensione, dov'era finito per via del processo per concorso in associazione mafiosa che gli aveva mosso la procura di Gian Carlo Caselli. Fu assolto nel 2002. L'anno dopo ecco un comma nella Finanziaria per restituire onore e carriera ai dipendenti pubblici, toghe comprese, finite nelle maglie della giustizia ma uscitene illese. Non solo possono tornare in servizio, ma recuperare pure gli anni persi sforando l'età pensionabile. Un dl del 2004 fa di più e consente ai reintegrati di ottenere un posto in sovrannumero.

Al Csm si scatena la guerra. Parte il ricorso alla Consulta perché la legge incide sui poteri del Consiglio. La Corte lo boccia. Il braccio di ferro prosegue, il Csm stoppa Carnevale che ricorre al Tar e al Consiglio di Stato. Dove vince. In un drammatica seduta, finita 11 a 10, in cui anche la sinistra si divide, "l'ammazzasentenze" ottiene il posto di presidente di sezione civile della Suprema corte. Commenta: "È un atto dovuto".

La sua unica aspirazione è conosciuta da tutti. Diventare primo presidente. Con la leggina fresca di voto (e se la Camera la conferma) ce la farà. L'attuale capo, Vincenzo Carbone, va in pensione a metà del 2010. Lui avrà 80 anni, potrà ridire, "sono il più anziano". Al Csm sono basiti. Ezia Maccora, ex presidente di Md della commissione per i capi degli uffici, che ha fatto del ringiovanimento della dirigenza uno degli obiettivi del suo lavoro, commenta: "A Taormina ho sentito Alfano apprezzare il nostro sforzo per fare nomine basate su capacità e merito. Questa norma invece va in direzione opposta e consente a un magistrato in età molto avanzata di concorrere ugualmente". Ma per lui ogni strappo è possibile.


(13 ottobre 2008)

Ma meglio parlare di un giornalista condannato per diffamazione vero? :evil:
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Messaggiodi tash » 16 ott 2008, 18:37

ho deciso ughetto.. t regalo la statuina cosi quando scrivi la guardi e t ispiri d più.. visto che scrivi poco... :roll:
e si scherzaaaa tu lo sai che la si pensa uguale :wink:
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Messaggiodi gigi » 16 ott 2008, 18:42

le elezioni ci son state a aprile e questo a luglio s'era già sistemato!!!

come si fa a non vedere queste cose? :?
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Messaggiodi MB » 10 nov 2008, 8:46

Piccola perla


I viaggetti del Ministro della Programmazione Economica

Quando era Ministro dell' interno l'Alitalia istituì un volo diretto Albenga-Roma Fiumicino, che - ovviamente - fu immediatamente cancellato dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale; il volo aveva registrato un quantitativo max di passeggeri pari a 18 (diciotto!) con un passeggero fisso: il ministro Scajola Claudio.

Col governo Berlusconi-3 il volo è stato immediatamente ripristinato (grazie a un finanziamento - straordinario - di un milione di euro) all'aeroporto di Albenga (che è minuscolo e sta a ben 50 km da quello di Genova! ).
Ora l'aereo è un Atr 47 e tre giorni a settimana sta fermo sulla pista ; i passeggeri sono otto nella migliore delle ipotesi e il passeggero fisso è - sempre - Scajola Claudio.
L'ATR 47 costa all'Alitalia (all'incirca) 100.000 (centomila) euro a settimana. Così il fatto che a Scajola non piaccia andare in macchina da Albenga a Genova , per quest'anno, costa agli italiani (dato che tutti i debiti dell' azienda Alitalia sono stati accollati alla popolazione) la notevole cifra di € 5.200.000 (cinque milioni e duecentomila euro). E questo qui è il Ministro della Programmazione Economica (!!!)
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Messaggiodi Bonanza » 11 nov 2008, 22:47

Benché non abbia aggiornato il presente topic... non credete che lassù se ne siano stati con le mani in mano... presto tornerò a rendervi partecipi delle sontuose azioni governative! :evil:
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Messaggiodi guazzo21 » 27 feb 2009, 13:05

"...poi si rivolse e ripassossi il Guazzo." DANTE ALIGHIERI
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Messaggiodi monza » 28 feb 2009, 8:58

Via... via... l'anno scorso la mamma, quest'anno la sorella... prima o poi toccherà anche a lui ehhhhh?????

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

"ne resterà soltanto uno!!!!"
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